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Due settimane per salvare dal crac finanziario 200 Comuni in Calabria

Continua il lavoro per salvare gli enti locali dal dissesto dopo la sentenza della Consulta. Ma i bilanci vanno approvati il 31 maggio

Pubblicato il: 16/05/2021 – 8:40
Due settimane per salvare dal crac finanziario 200 Comuni in Calabria

LAMEZIA TERME «Evitare il dissesto dei Comuni è un compito primario cui lo Stato deve assolvere», ma «continuare a fare debiti sulle spese correnti non è possibile e non è democratico che i sindaci scarichino sui sindaci futuri debiti che possono essere anche il frutto di una politica interessata». La spiegazione del presidente della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio non è passata inosservata in molti Comuni: così il magistrato ha illustrato il senso della sentenza della Consulta che sta seminando il panico in 1.400 amministrazioni comunali, ormai prossime al crac finanziario. In Calabria quel panico serpeggia in circa 200 enti locali. E i tempi stringono. Per evitare il disastro rimangono due settimane: il 31 maggio vanno approvati i bilanci a preventivo e consuntivo.

Crac dei Comuni, la sentenza della Consulta

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La Corte costituzionale

Lo strappo è arrivato qualche settimana fa, quando la Consulta ha abrogato la norma che fin qui aveva regolato la restituzione delle anticipazioni di liquidità degli enti locali spalmandole in 30 anni: il risultato è che per allinearsi alla sentenza 950 municipi già in disavanzo nel 2019 sarebbero costretti a ripianare il proprio debito in 3­5 anni e altri 450, oggi in lieve avanzo di bilancio ma con quote di anticipazione rilevanti, si ritroverebbero assai in affanno.

Cercasi soluzione per evitare il dissesto

E a Roma il lavoro per evitare il crac collettivo è già iniziato. Venerdì, lo racconta il Fatto Quotidiano, in un tavolo tecnico al ministero dell’Economia, si è profilata la possibilità di un artificio contabile che riporterebbe l’orologio al 2015, anno di entrata in vigore della contabilità armonizzata e con esso alla possibilità di ripianare ancora il debito in un trentennio. Lo Stato dovrebbe comunque ristorare i bilanci dei Comuni che non ne potessero usufruire. Il punto ora è il tempo. Perché con la scadenza (vicinissima) del 31 maggio diventa indispensabile trovare una norma­ ponte che traghetti i Comuni oltre la scadenza: va inserita nel dl Sostegni bis che arriverà in Cdm probabilmente martedì. Ed è soltanto uno dei problemi, perché con l’emergenza Covid le entrate tributarie si sono contratte un po’ dappertutto. E il rischio di un taglio dei servizi è palpabile.

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