Catanzaro! La sua Amministrazione comunale ha bisogno di meditare seriamente a conferma che il “ventennio” non porta mai fortuna non solo a chi lo compie, ma anche a chi lo “subisce”. La città pretenderebbe, per esempio, che le venisse restituito ciò che le è stato tolto negli ultimi venti anni e che ha lasciato segni profondi. Un compito non semplice, ma neanche impossibile. Sarebbe sufficiente, almeno, che le fossero riconosciute alcune di quelle prerogative che un tempo erano sue e che ha dovuto cedere nella “spartizione” tra le province quando fu scelto il Capoluogo di regione.
Per il momento c’è una scadenza importante che bussa alla porta: individuare chi dovrà sostituire Abramo a Palazzo Santa Chiara. La speranza è trovare l’uomo giusto che si impegni fattualmente a lavorare con dedizione in modo da restituire le prerogative perdute; un sindaco che riesca ad accendere l’entusiasmo e la “catanzaresità” nella popolazione, condizioni che in passato hanno reso i cittadini orgogliosi della loro appartenenza. Un sindaco che sappia guidare l’amministrazione con serietà, che le faccia superare le delusioni provocate dall’inefficienza spesso causa non soltanto di malcontento, ma anche di rassegnazione, il che è anche peggio; un sindaco capace di attuare un piano di sviluppo del territorio evitando l’isolamento dei quartieri.
Sono condizioni indispensabili per ripartire. C’è bisogno di una amministrazione che abbia cura dei cittadini, che si batta per realizzare una nuova rete idrica per porre fine alle continue ed esasperanti interruzioni di acqua nelle abitazioni, che sappia ridefinire un piano virtuoso della viabilità urbana, sapendo che il territorio deve essere essenzialmente al servizio dei cittadini; che abbia riguardo per il decoro della strade, a cominciare dagli attraversamenti pedonali che vanno mantenuti efficienti, evitando i segni del tempo e dell’incuria; una amministrazione che sappia dire no alla concessione di spazi riservati per la sosta degli autoveicoli, applicando quel principio universale secondo cui non esistono cittadini più meritevoli di altri. Catanzaro deve uscire dal torpore e soprattutto dal clientelismo e diventare una città dinamica, viva, con un progetto commerciale importante; com’era fino ad alcuni decenni fa, quando dai comuni vicini la gente si riversava in città per gli acquisti. Catanzaro ha anche bisogno di attenzioni, a cominciare dalla pulizia degli spazi comuni, delle aiole, delle strade, dei giardini: interi quartieri (vedi San Leonardo) è come se fossero abbandonati: sedili sporchi, marciapiedi invasi dai rifiuti e l’erba alta ai bordi.
La Città deve ritornare a risplendere di luce propria, come accadeva nei tempi passati. Corso Mazzini, il nuovo teatro “Politeama”, La Villa Comunale, I Giardini di San Leonardo, il Parco della Biodiversità con il Museo Militare, la zona della “Grecìa” (riveduta e corretta), Villa Margherita sono realtà importanti che si prestano ai fini del commercio e delle attrazioni turistiche. Così come deve essere curato meglio il patrimonio culturale e artistico di cui Catanzaro dispone.
Può sembrare inconcludente, ma un altro passo che la Città deve compiere è la riapertura delle antiche trattorie (‘a putica) per ritornare a gustare il famoso “morzello” di trippa, un buon piatto di fagioli conditi con olio di frantoio, le verdure lesse, il pollo allo spiedo; tutte pietanze della tradizione che si lasciavano accompagnare da un bicchiere di buon vino rosso, che debbono ritornare ad essere considerate come caratteristica della città. Si pensi, infine, a Corso Mazzini zona pedonale con i negozi aperti, i bar con i tavoli fuori e il passeggio serale.
*giornalista
x
x