CATANZARO «Nella storia democristiana non vi è posto per il giustizialismo, bensì alla base di essa c’è il legalitarismo, ovvero il sentito, sincero e condiviso ossequio dell’attività dell’Autorità Giudiziaria, verso la quale – essendo un Potere dello Stato, separato da quello Esecutivo e Legislativo – rispettiamo i tempi, senza disconoscere il principio dell’ innocenza, fino a giudizio definitivo. Esiste, però in politica (almeno così dovrebbe essere e coerentemente a ciò che ci hanno insegnato), il senso di opportunità, la quale non dovrebbe mancare a ciascuno, soprattutto nel mentre si ricoprono incarichi pubblici su designazione di organizzazioni politiche, le quali, giustamente, rivendicano il non coinvolgimento e la non condivisione circa scelte “indecifrabili”, ritenute improvvide, irrituali e inopportune». È quanto spiega, in una nota, Vincenzo Speziali, della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani – UdC.
Il riferimento di Speziali «è proprio alla scelta del Francesco Talarico, inspiegabilmente, di continuare a svolgere le funzioni di assessore regionale al Bilancio e Personale, soprattutto in rappresentanza di una forza politica che lo ha anche commissariato, quale segretario regionale e che non ha alcuna relazione con le decisioni personali e o personalistiche, in questione». Talarico è indagato nell’inchiesta “Basso Profilo” della Dda di Catanzaro: di recente la misura nei suoi confronti è stata attenuata (dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora); il politico non ha inteso dimettersi dalla giunta regionale.
«L’Udc – continua la nota – in questo momento storico, è impegnato nel progetto costituente, di un nuovo soggetto di area moderata, assieme con la Federazione popolare dei Democratici Cristiani, avendo per di più costituito un coordinamento regionale congiunto, ragione per cui ribadiamo con forza e fermezza, fuori da qualsiasi strumentale interpretazione, quanto siamo distanti (politicamente), tutti quanti, dall’assessore regionale pro tempore, Francesco Talarico, non condividendo tale sua riproposizione, in seno al Governo della Calabria. Tra l’altro è notorio come lui non partecipi e non sia stato invitato ai nostri incontri, proprio per marcare le “distanze” e attendere il sereno svolgimento di un eventuale procedimento, senza dimenticare, in ultimo, la sua estraneità alla vita politica del partito che lo ha espresso in giunta, e verso cui gli organi nazionali, nelle more e modalità previste, faranno presente al presidente facente funzioni, Nino Spirlì, tale situazione, in ossequio al giusto disagio, non solo dei nostri militanti».
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