PAOLA Le indagini sono partite in seguito al tentativo di suicidio di una ragazza minorenne di Paola, in provincia di Cosenza, stanca di subire continui abusi sessuali e delle chiacchiere delle sue coetanee che raccontavano dei suoi incontri con persone anziane. Un tentativo, quello di togliersi la vita, fortunatamente non andato a buon fine. Gli agenti del Commissariato della Polizia di Paola, guidati da Giuseppe Zanfini, hanno iniziato ad indagare dopo la volontà manifestata dalla giovane di farla finita. La minore, prima reticente a confessare i dettagli dei rapporti sessuali ai quali era costretta a sottoporsi, ha deciso di raccontare tutto alla polizia, senza tralasciare i drammatici contorni di una assurda vicenda.
“Maria”, questo il nome di fantasia della 18enne (all’epoca dei fatti ancora minorenne), era “costretta” ad avere rapporti sessuali con un 73enne del posto, arrestato ed ora ai domiciliari. L’uomo contattava telefonicamente la giovane, attraverso sms e chat: nel suo smartphone la polizia ha rinvenuto le conversazioni salvate e recuperato quelle cancellate. Nella memoria del telefono anche immagini e foto. L’anziano, ritenuto responsabile dei reati di prostituzione minorile e di detenzione di materiale pedopornografico, incontrava – di notte – la minore in luoghi appartati: parcheggi incustoditi, angoli nascosti del lungomare della cittadina sul tirreno. Quando Maria ha compiuto 18 anni, ha deciso di andar via e trasferirsi lontano da Paola per dimenticare l’incubo a cui era costantemente sottoposta e per tentare di ricominciare una nuova vita. L’anziano, invece, ha trasferito le sue attenzioni sessuali sulla sorellina (anch’essa minorenne) di Maria. E con la complicità della nonna delle due ragazzine, è riuscito ad abusare anche di lei.
Dopo la confessione di Maria, la polizia ha deciso di sentire come persona informata sui fatti, la nonna della giovane. E grazie ad una serie di riscontri: appostamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche ha scoperto come fosse proprio l’anziana donna a spingere le nipoti ad incontrare il 73enne. Da casa, la 77enne finita ai domiciliari, conduceva le minori sui luoghi stabiliti per gli incontri sessuali. Spingeva tra le braccia dell’orco le ragazzine e stabiliva la ricompensa in denaro (poche decine di euro) ma si “accontentava” anche di sigarette, vestiti o di pane, latte e uova. Un baratto sessuale al quale le minori non sono mai riuscite a sottrarsi, fino all’intervento della polizia. Come se non bastasse, l’anziana donna venuta a conoscenza delle indagini degli agenti del commissariato di Paola, ha inizialmente chiesto una somma di denaro all’indagato in cambio di una sua testimonianza favorevole. Di fronte al rifiuto opposto dal 73nne, l’anziana ha risposto, minacciando di aggravare la sua testimonianza qualora non gli avesse fornito il denaro richiesto.
Come riscontrato nel corso delle indagini svolte sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Saverio Sapia e con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giancarlo Novelli e del Procuratore Capo Nicola Gratteri, il 73enne non pago dei rapporti con le due sorelle minori, avrebbe contattato la madre delle giovani chiedendo anche degli scatti intimi della terza figlia di soli 5 anni. Un desiderio, come riscontrato dalla polizia, non esaudito. Maria insieme alla sorella più piccola, è stata affidate alle cure di una Casa-famiglia.
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