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Carrieri: «I clan sono dei parassiti. I Balcani tra le rotte chiave del narcotraffico»

Il colonnello della Finanza di Gioia Tauro commenta il blitz. «Fondamentali la cooperazione internazionale e l’intesa con la Procura di Reggio»

Pubblicato il: 18/05/2021 – 13:28
Carrieri: «I clan sono dei parassiti. I Balcani tra le rotte chiave del narcotraffico»

GIOIA TAURO Dal Brasile al Kosovo passando per Gioia Tauro. Una linea, quella del narcotraffico internazionale, interrotta dall’intervento sinergico delle forze dell’ordine italiane ed estere, che attraverso l’impiego di mezzi sofisticati sono riuscite a intercettare «in maniera chirurgica» un carico di oltre 400 chili di cocaina.
«Il quantitativo di per sé è ragguardevole, ma il valore aggiunto è la cooperazione internazionale e la sinergia tra diverse forze di polizia perché sono state coinvolte anche a livello internazionale, ovviamente con la fiducia che ha riposto in noi il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri». Giampiero Carrieri, tenente colonnello della Guardia di finanza operante nella zona portuale della Piana, ha spiegato come si è giunti all’operazione odierna che ha visto impegnate sotto il coordinamento della Dea, anche la polizia kosovara e quella albanese.
La sinergia muove anche dall’impiego di «metodologie innovative» che stanno portando a conseguire risultati impensabili fino a qualche tempo fa. Il blitz odierno ha portato anche a 25 fermi di cui 7 arresti, «che sono solo l’inizio di una nuova indagine» destinata a dilatarsi a macchia d’olio nei diversi paesi coinvolti.

L’operazione con “consegna controllata”

La Dda di Reggio Calabria, nello specifico, ha disposto l’esecuzione di una “consegna controllata”: una volta intercettato il container a Gioia Tauro si è lasciato che giungesse fino all’ultima tappa, ovvero il centro kosovaro di Lijan. Grazie anche a un gps agganciato al container, gli investigatori sono riusciti a ricostruire il percorso. Il blitz è scattato nei Balcani ieri sera.
La droga era occultata in scatole contenenti ufficialmente della carne di pollo. Si è proceduto così agli arresti per “traffico internazionale di stupefacenti” che sarebbero stati venduti al dettaglio sulle piazze di spaccio europeo fruttando una cifra di oltre 100 milioni di euro.

La conferenza stampa

«Gioia Tauro dev’essere luogo per scambi di cultura»

«Gioia Tauro è un problema se non gestito bene» aggiunge Carrieri. «L’infrastruttura della Piana dev’essere ed è il volano della Calabria e del Mezzogiorno, deve diventare luogo per scambi di cultura».
«Le organizzazioni criminali – aggiunge – sono dei parassiti che si instilleranno sempre in quelli che sono i traffici illeciti e il nostro compito è quello di ristringere il più possibile questo fenomeno fisiologico, affinché non diventi patologico».
Il porto calabrese, spesso gode di questa triste “fama” non solo per la forte presenza della ‘ndrangheta in regione, ma anche per via della posizione che ne fa uno dei principali «punti di approdo dei traffici dal Sud America». Stessa sorte che però investe, ad esempio «Anversa e Rotterdam, perché le organizzazioni criminali sono sempre più varie tanto che i Balcani stanno gradualmente assumendo un ruolo chiave».

«A Reggio Calabria ottima congiuntura tra procura e Guardia di finanza»

«Al di là dei fatti, che parlano da soli – conclude Carrieri – a Reggio Calabria c’è un’ottima congiuntura tra Procura e Guardia di finanza. Si è realizzato un “know how” nell’analisi di rischio dei traffici illeciti. Noi cerchiamo di essere più chirurgici possibile cercando di intervenire su un’attività illecita bloccando ad esempio una minima percentuale di container così da non inibire le attività e gli scambi regolari» onde evitare di pregiudicare gli scambi per i quali è utilizzata l’infrastruttura.

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