COSENZA Franco Pichierri ha deciso di anticipare i tempi, annunciando la sua candidatura a sindaco della città di Cosenza nello scorso mese di gennaio, lavorando ad una lista di chiara fede centrista. Sentito dal Corriere della Calabria, Pichierri ha illustrato progetti e punti salienti del suo programma politico. «La prima cosa che farò qualora dovessi risultare vincitore alle prossime elezioni amministrative, sarà puntare sulla valorizzazione e riqualificazione del centro storico». «Sono nato a Corso Telesio – dice – ricordo che noi favorimmo i mutui agevolati per acquistare e ristrutturare gli immobili e le botteghe artigiane. Proprio per questo – aggiunge – sarà opportuno favorire qualche insediamento significativo nella parte a sud di Cosenza per restituire un ruolo chiave al centro storico». Non basta l’impegno economico e finanziario del sindaco e dell’amministrazione comunale, ma per Pichierri «è necessario l’intervento dei parlamentari cosentini per promuovere una iniziativa popolare e istituire una legge speciale per il rilancio del centro storico: esperienze positive in tal senso sono state avviate con successo, ad esempio, a Matera».
Il tema sanità è prioritario per chi concorre per occupare la poltrona più importante di Palazzo dei Bruzi. Il progetto del nuovo ospedale cittadino, da anni, viene tirato in ballo quando si avvicina la competizione elettorale o utilizzato per stuzzicare gli avversari politici. «L’area di Vaglio Lise è stata individuata come sede per la costruzione del nuovo presidio ospedaliero, io – sostiene Pichierri – dopo aver valutato attentamente la fattibilità del progetto avrei pensato ad un polo per acuti da far sorgere accanto alla sede della facoltà di farmacia dell’Università della Calabria». Secondo il candidato a sindaco, «ai cosentini non serve un ospedale vicino, ma un nosocomio che funzioni. Questo tipo di scelta, non escluderebbe interventi di ristrutturazione dell’ospedale Annunziata, che insieme al Mariano Santo e all’Inrca diventerebbe presidio di eccellenza per la cronicità e la diagnostica».
«Cosenza è l’Atene della Calabria», dice Pichierri ed è per questo che «la cultura sarà pilastro principale della nostra proposta programmatica». «Quando parlo di cultura – aggiunge – penso al rilancio della Biblioteca civica, dell’accademia cosentina, dei teatri, dei cinema». Sanità, cultura, valorizzazione della parte storica della città ma anche la «conurbazione che lega indissolubilmente Cosenza e Rende». Il progetto di realizzazione della città unica non si riduce solo alla concretizzazione di un progetto di fusione ma punta al sorgere di una smart city accogliente, sostenibile, a misura di cittadino.
«La mia non è una candidatura, ma una proposta alla città». Pichierri allontana le voci di possibili apparentamenti con i principali partiti e risponde alle polemiche di chi, nel centrodestra, ha bollato come frettolosa la sua candidatura. Stessa cosa è accaduta anche nell’area di centrosinistra, con il commissario cosentino del Pd Marco Miccoli arrivato allo scontro con l’avvocato Franz Caruso, segretario del Psi di Cosenza, deciso a concorrere per la carica da sindaco anche senza il supporto dei dem e delle altre forze della coalizione. «Non condivido questa vecchia storiella dei partiti che calano le candidature dall’alto, magari seguendo alla lettera i diktat romani – sostiene Pichierri – creano solo delle gabbie aperte a pochi». Secondo il componente della segreteria nazionale di Noi con l’Italia (al lavoro anche per le elezioni regionali) «l’idea di dover necessariamente partire insieme al primo turno, svilisce la ratio per cui è nata la legge sui consigli comunali. Nelle elezioni amministrative, ognuno può e deve sentirsi libero di scendere in campo e proporre la propria candidatura, il proprio programma». Il nome di Pichierri è condiviso «dai partiti di centro che hanno promesso il loro massimo supporto». «Qualora vi fosse la possibilità – chiosa Pichierri – di partecipare ad un tavolo con le altre forze politiche, saranno valutati i pro e i contro ma soprattutto le idee e i programmi. Presentarsi uniti al primo turno non è un dogma, ma solo un’eventuale opportunità».
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