NAPOLI L’ex ministro dell’Università ed ex rettore della “Federico II” di Napoli Gaetano Manfredi non sarà il candidato a sindaco di Napoli per il “campo largo” che comprende Partito democratico, Movimento 5 Stelle e altre forze di centrosinistra. Manfredi, a quanto apprende l’Adnkronos, avrebbe declinato definitivamente l’invito a candidarsi; già nei giorni scorsi l’ex rettore aveva manifestato le sue perplessità a rivestire, in caso di vittoria alle prossime amministrative, un impegno che sarebbe reso particolarmente complicato soprattutto alla luce delle condizioni di cassa del Comune di Napoli, in predissesto e a rischio default.
Napoli è in effetti a rischio crac: de Magistris ha un mese di tempo per evitarlo, altrimenti potrebbe arrivare un commissario. Il problema è legato alla sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato lo “spalmadebiti” a 30 anni. Quindi, non è più possibile dilazionare il debito e spalmarlo sui prossimi tre decenni. Visto che Luigi de Magistris è da 10 anni a Palazzo San Giacomo e che a ottobre scade il suo mandato, oltre alla rata di meno di 70 milioni di euro che paga l’Ente per smaltire il debito, servono altri 270 milioni, un decimo del debito complessivo di Napoli che ammonta a 2,7 miliardi. È stato Il Mattino, nei giorni scorsi, a ricostruire la storia di questo disavanzo. Il sindaco attuale, secondo il quotidiano partenopeo, avrebbe ereditato 800 milioni di debiti. L’altro aspetto di cui va tenuto conto è che negli ultimi 10 anni sono stati tagliati ben 2 miliardi di trasferimenti dallo Stato. D’altra parte, il Comune di Napoli si è rivelato incapace di dismettere il patrimonio immobiliare, perché erano stati messi a bilancio circa 80 milioni ma ne sono arrivati appena 7 nel bilancio 2019.
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