CORIGLIANO ROSSANO Le indagini della Guardia di Finanza sul funzionario della polizia locale di Corigliano Rossano hanno scosso e non poco la città. Per tutta una serie di motivi, siano questi di carattere politico e amministrativo, per l’aspetto prettamente umano o per lo scontro fratricida che per mesi si è consumato all’interno del corpo di Polizia municipale dopo l’accantonamento dell’ormai ex comandante, perché a quanto pare privo dei requisiti per ottenere la posizione organizzativa. Da quel momento, il sindaco Stasi ha indicato nel vicecomandante Pietro Pirillo e nell’ispettore Marcello Milione i due reggenti del corpo in attesa del concorso da comandante, attualmente in itinere.
Le attenzioni della Guardia di Finanza si sono concentrate proprio su Pietro Pirillo. È lui il funzionario sul quale le Fiamme gialle hanno indagato per assenteismo dal posto di lavoro ed il gip del Tribunale di Castrovillari ne ha disposto a misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico servizio, per la durata di tre mesi.
Con Pirillo, ci sarebbero altri indagati «a piede libero», come definiti dalla Guardia di Finanza. Il funzionario sarebbe stato assistito dalla «collaborazione di altri agenti che, in più occasioni – scrivono i finanzieri della compagnia di Rossano – si sono prestati a timbrare il badge del superiore».
Domattina, frattanto, ci sarà l’interrogatorio di garanzia.
Le Fiamme gialle rivelano un altro passaggio: «Nel corso delle indagini – scrivono testualmente – veniva constatata la falsità materiale di alcuni verbali redatti da una commissione giudicatrice, nominata per procedere all’assunzione di personale nel periodo estivo, composta dal funzionario sottoposto ad indagine, da un altro appartenente alla Polizia locale e dal segretario comunale dell’Ente stesso, atteso che gli ultimi due certificavano la presenza in servizio dell’indagato, in realtà assente durante le riunioni».
Un passaggio che cita, dunque, anche il segretario comunale Paolo Lo Moro, attualmente dirigente – fra le altre cose – ad interim della polizia locale.
Il dato sullo sfondo di tutta questa storia è dunque anche politico, giacché si tratta di incarichi – come quello della nomina del segretario comunale, di una commissione o scegliersi un comandante seppur pro tempore – affidati dalla politica.
Politica che ripone «massima fiducia nell’operato della giustizia a cui lasciamo il compito di indagini e ricerca della verità». È quanto riporta una nota dell’Amministrazione comunale. «Quando un’inchiesta giudiziaria colpisce, seppur in fase cautelare, degli uffici pubblici, qualsiasi Amministrazione, al pari di ogni cittadino, non può che rammaricarsi e per questo auspichiamo che si faccia al più presto totale chiarezza sull’accaduto, a tutela della comunità e dei soggetti interessati. Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti conseguenti a quanto emerso dall’ordinanza notificata ieri, l’Amministrazione ha avviato tutte le procedure interne previste dalla normativa – precisano dal palazzo di Città – oltre a tutte le verifiche necessarie a garantire l’efficacia, l’efficienza, la trasparenza ed il buon andamento dell’azione amministrativa».«Sulla questione specifica delle timbrature è utile comunicare che, dopo l’insediamento di questa amministrazione, si erano rilevate difficoltà nella procedura di timbratura mediante impronta digitale e, per questa ragione, erano stati sostituiti tutti i dispositivi posti all’ingresso delle sedi comunali. La procedura di timbratura mediante impronta digitale, tuttavia, è stata sospesa all’inizio dell’emergenza pandemica per ragioni igienico-sanitarie. Inoltre, proprio nel corso delle ultime settimane, per garantire ulteriore correttezza e trasparenza, gli uffici competenti hanno configurato i dispositivi per consentire ad ogni dipendente di poter effettuare l’operazione di timbratura solo presso l’effettivo luogo di lavoro. Infine, sono numerose le note con le quali il Sindaco ha dato indirizzo a tutti a tutti i settori di esibire, durante l’intero orario di servizio, il tesserino per rendersi riconoscibili alla cittadinanza. Con richiamo all’ordinanza, scaturita dal lavoro del Comando Provinciale di Cosenza – concludono dal Municipio – come amministrazione ci richiamiamo al principio di osservanza delle garanzie giuridiche nello svolgimento delle indagini, al fine di tutelare adeguatamente il diritto di difesa e di libertà di tutti i soggetti coinvolti in ogni stato e grado del procedimento». (l.latella@corrierecal.it.)
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