TORINO Rinunciare al processo d’appello in cambio di una riduzione della pena: questa la soluzione che numerosi fra gli imputati del caso Geenna sulla presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta avrebbero intenzione di intraprendere. Lo si è appreso oggi al Palazzo di Giustizia di Torino a margine dell’udienza. Le proposte potrebbero essere formalizzate alla prossima sessione, in programma il 26 maggio.
C’è anche Bruno Nirta fra gli imputati del processo Geenna sulla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, cominciato oggi al Palazzo di giustizia di Torino, che potrebbe “concordare” la pena. Tecnicamente si tratta di “conclusioni congiunte con la procura generale con rinuncia ai motivi d’appello sulla responsabilità”. Nirta, considerato dall’accusa una figura di spicco della locale aostana, in primo grado è stato condannato a 12 anni e otto mesi; la riduzione della pena si dovrebbe aggirare intorno ai tre anni. Le varie proposte saranno formalizzate in aula all’udienza del 26 maggio. Tra gli imputati figura Carlo Maria Romeo, avvocato penalista torinese, che invece – secondo quanto è trapelato ai margini dell’udienza – dovrebbe affrontare il processo d’appello.
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