Colpiscono come uno schiaffo le cifre esposte durante la Conferenza stampa tenuta da Ance e Comunità Competente nei giorni scorsi sui fondi ad oggi disponibili ed inutilizzati per la realizzazione e messa a norma delle infrastrutture sanitarie, in Calabria.
Un totale di 1,5 miliardi di euro che avrebbero potuto dare lavoro e irrobustire di molto la fatiscente rete ospedaliera calabrese, consentire l’acquisto di nuove tecnologie sanitarie e, più in generale, migliorare la fruizione del diritto alla cura e frenare la continua emigrazione che rende esangui i bilanci sanitari.
Il fenomeno, veramente scandaloso, se rapportato agli standard qualitativi delle strutture esistenti ed ai fabbisogni emersi con evidenza durante l’emergenza, riguarda anche la nostra Città, dove le risorse inutilizzate raggiungono la cifra monstre di circa 440 Milioni, così divisi:
– 420 Milioni a valere sul DCA n. 57 del 26/01/2020 –Interventi ex art. 6, c.3 D.L. n. 35/2019 per il NUOVO OSPEDALE di Cosenza e la cittadella della Salute
– 6.536.967,06 sullo stesso DCA per Potenziamento ed ammodernamento tecnologico dell’Azienda ospedaliera di Cosenza
– 5.808.395,70 DCA n. 91del 18/06/2020 –Emergenza Covid-Interventi di Terapia Intensiva e Sub Intensiva per 34 posti di TI e 3.746.583,36 per 28 posti di SI presso AO CSP.O. ANNUNZIATA;
– 2.150.596,33 di Interventi su pronto soccorso ex DCA n. 91del 18/06/2020 –Emergenza Covid.
Come si legge, si tratta di fondi disponibili ormai da anni e dunque a rischio di disimpegno, se non utilizzati.
Chiediamo con sollecitudine al Sindaco, al Commissario regionale alla sanità e alla deputazione parlamentare calabrese di rivendicare con forza l’attuazione della spesa in campo sanitario e di stimolare Invitalia ad esercitare con sollecitudine il ruolo di facilitatore dei processi nell’implementazione della rete sanitaria, laddove la sua intermediazione sia prevista nell’ambito del DCA 15 aprile 2020 n. 77, stabilendo un preciso cronoprogramma per l’esecuzione dei lavori e revocando la convenzione qualora le scadenze non vengano rispettate.
Simili ritardi e inadempienze, specie nella situazione in cui ci troviamo, destano profondo sconcerto. Non vi è chi non veda, infatti, che risorse di tale portata potrebbero cambiare il volto della sanità calabrese e cosentina in particolare, oltre a rappresentare un’importante boccata di ossigeno per l’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Difficile ma necessario non lasciarsi scoraggiare quando sappiamo che da tre mesi è stato aperto il cantiere per il nuovo ospedale hub di Corigliano- Rossano, “dum Consentiae consulitur…”, ma ci appare puro esercizio retorico invocare il Recovery Fund, per quanto occasione storica e imprescindibile, se non ci mostriamo capaci di spendere quanto già previsto e assegnato alla Calabria e a Cosenza in particolare.
*Consigliere comunale Città di Cosenza
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