Ultimo aggiornamento alle 22:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la crisi del consorzio

Il “caso” Corap finisce alla Corte di Strasburgo. Lo Stato potrebbe accollarsi i debiti dell’ente

La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Verri. E potrebbe imporre il pagamento dei debiti accumulati

Pubblicato il: 22/05/2021 – 14:52
di Fabio Benincasa
Il “caso” Corap finisce alla Corte di Strasburgo. Lo Stato potrebbe accollarsi i debiti dell’ente

CATANZARO La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo potrebbe imporre allo Stato Italiano il pagamento dei debiti di un gruppo di creditori che vantano circa 2 milioni di euro nei confronti del Corap, il Consorzio Regionale delle Attività Produttive. Tutto parte da un ricorso presentato alla Corte di Strasburgo dall’avvocato Francesco Verri, difensore di una ventina di creditori. «Secondo la Corte – sostiene il legale al Corriere della Calabria – l’inadempimento degli enti locali viola il diritto al rispetto dei beni dei creditori e ne è responsabile lo Stato. Questo principio è stato affermato, ad esempio, nella sentenza Arnaboldi c. Italia del 2019». La Corte di Strasburgo ora ha dichiarato il ricorso ammissibile ed ha chiesto all’avvocato Verri di integrare i documenti forniti con il programma di liquidazione e le perizie disposte dal Commissario liquidatori, intervenuti dopo il ricorso. «Ho trasmesso i nuovi atti – aggiunge il legale – ma soprattutto la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato la liquidazione». Qualora il ricorso fosse accolto, «lo Stato dovrà intervenire in sostituzione del Corap e della Regione e pagare tutti i debiti accumulati fino ad oggi verso i ricorrenti».

La massa debitoria

«Oggi il Consorzio ha una massa passiva accertata dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa pari a 52.036.988 di euro al 29/10/2020, di cui 15.161.850 di euro sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto e fuori da questo conteggio si registrano ulteriori 32.000.000 di euro circa di opposizioni allo stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo ad esaminare». I dati sono stati diffusi dai sindacati che nelle scorse settimane avevano annunciato una mobilitazione per sollecitare un intervento immediato delle istituzioni regionali sulla drammatica situazione in cui versa l’ente pubblico economico strumentale della Regione Calabria. Secondo l’avvocato Verri, «la Regione ha deciso la liquidazione del Corap senza nominare il consiglio di sorveglianza: condizione per dismettere i beni e pagare i creditori». La liquidazione, di fatto, non è mai stata avviata. «Poi, il 17 febbraio del 2021 – aggiunge l’avvocato – la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima (per violazione dell’articolo 117 della Costituzione e quindi della distribuzione delle competenze fra lo Stato e le Regioni) – la legge regionale che aveva permesso la liquidazione». «La sentenza – continua – ha riportato le lancette dell’orologio al giorno prima, ma nel frattempo il Corap ha prodotto altri disavanzi e aumentato la mole di debiti».

La “difesa” del Corap

Il Corap si è difeso davanti alla Corte Costituzionale “confessando” la disastrosa situazione finanziaria. Come riporta la sentenza del 17 febbraio 2021, l’ente ha prospettato che «la caducazione dell’intera procedura di liquidazione coatta amministrativa – nell’ambito della quale si è svolto un lungo periodo di esercizio provvisorio – produrrebbe conseguenze disastrose sul piano economico, finanziario e sociale, e lo stesso ritorno in bonis dell’ente sarebbe tale solo in senso giuridico ma impossibile nei fatti». I conti non tornavano già prima della richiesta di liquidazione, un fatto che trova riscontro in una dichiarazione del commissario, rilasciata il 2 dicembre del 2019, nella quale aveva certificato come «la situazione di crisi, peraltro aggravata dal perdurare della situazione di stallo, rende impossibile per l’Ente adempiere regolarmente alla proprie obbligazioni, tanto quelle scadute quanto quelle di prossima scadenza», ammettendo «l’impossibilità di assicurare la sostenibilità e l’assolvimento delle funzioni indispensabili e l’impossibilità di pagamento di debiti liquidi ed esigibili nei confronti di terzi». «Le imprese e i lavoratori calabresi non possono permettersi di subire le conseguenze di una situazione simile – conclude l’avvocato Verri – . Quindi, attraverso il ricorso a Strasburgo, utilizzando i precedenti della Corte europea, ho chiesto che lo Stato si faccia carico di questa montagna di debiti. Il ricorso è ammissibile. Spero che la sentenza arrivi presto».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x