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L’intervento

Lucano: «La mia candidatura non è un alibi per il processo»

L’ex sindaco di Riace in conferenza stampa motiva la decisione di correre alle Regionali: «Ci rivolgiamo alle persone che ancora credono in un’altra Calabria»

Pubblicato il: 22/05/2021 – 13:42
Lucano: «La mia candidatura non è un alibi per il processo»

RIACE La candidatura alle elezioni regionali «non è una ricerca di costruire degli alibi per la mia vicenda giudiziaria». Così l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, nel corso della conferenza stampa per presentare la sua lista “Un’altra Calabria è possibile” che sosterrà la candidatura di Luigi de Magistris alla presidenza della Regione Calabria.
Nell’incontro con i giornalisti, che si è tenuto nel borgo di Riace, Lucano ha fatto cenno alla vicenda giudiziaria che lo vede imputato nel processo “Xenia” davanti al Tribunale di Locri per presunte irregolarità nella gestione di progetti per l’immigrazione. «Quello che più mi fa male, che mi amareggia – ha sostenuto Lucano – non è che mi danno il carcere, quello che mi amareggia è il tentativo di denigrazione umana e morale per distruggere un messaggio, distruggere persone e ribaltare completamente la realtà. Questa è la cosa che più mi fa rabbia, perché si basa sulla falsità, mentre la verità è fondamentale per la democrazia, per la vita. Io non partecipo perché mi devo riscattare e devo guardare i fatti miei, assolutamente».
«Mi è venuto spontaneo partecipare, ancora oggi – ha proseguito l’ex sindaco di Riace – stiamo costruendo questa lista, mi auguro più larga possibile. Questa nostra lista dev’essere il punto di riferimento per tutte le persone democratiche della Calabria che ancora credono che in Calabria è possibile».
Lucano ha poi osservato: «Io ho detto che posso essere candidato come ultimo nella lista, non ho chiesto io di fare il capolista, possono testimoniarlo le persone che sono con me. La candidatura non è una ricerca di costruire degli alibi per la mia vicenda giudiziaria, quella è un’altra storia, che affronterò e ormai sta volgendo al termine. Ovviamente è una sofferenza perché tra l’altro sono stato cacciato da sindaco, hanno interrotto un processo democratico. So che non abbiamo le prove e la certezza, ma cosa si nasconde dietro? Certo mi hanno cacciato da sindaco».
«Nella nostra terra – ha rilevato l’ex sindaco di Riace – c’è stato un periodo di forte oscurantismo del diritto: chi c’è ai vertici di questo potere di annullare volontà popolari sulla base di teoremi falsi? ». Lucano ha poi detto di essere «pronto a ritirarmi se tutti i compagni lo dicono, sono pronto a ritirarmi se la mia candidatura deve condizionare in maniera negativa il progetto. Ma la realtà non è così».
«Quando mi chiedevano di candidarmi al Parlamento europeo – ha sostenuto – sapevo che la possibilità di essere eletto era alta perché era un momento di grande notorietà, ma non l’ho fatto perché ho pensato primo “non so l’inglese e cosa vado a fare a Bruxelles”, poi ho pensato che io devo ripartire dalla base, dal villaggio globale, devo accettare la sfida per dimostrare l’innocenza, che esiste un’altra dimensione della politica, e non posso andare a Bruxelles».
«E l’ho voluto dimostrare anche al procuratore di Locri, che – ha aggiunto l’ex sindaco di Riace – aveva detto che io ho ambizioni politiche e l’ha ribadito, nonostante non mi sia candidato al Parlamento europeo. E lo sanno tante persone, che mi stavano convincendo, anche il sindaco de Magistris che non finirò mai di ringraziare per la sensibilità. Non è che tutti i politici hanno fatto così».
«Non mi sono candidato alle Europee, ovviamente mi davano un’indennità forse anche alta, non mi sono chiesto quant’è, non mi interessava, non mi sono candidato – ha concluso Lucano – per dimostrare che non esisteva uno dei teoremi su cui si fonda l’accusa della Procura, quella di avere interessi politici».

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