Enrico Letta, dopo aver annusato il nuovo ambiente, ha fatto le prime mosse da segretario del Pd. Per prima cosa ha proposto una mini patrimoniale subito bocciata da Draghi. Ma questo, forse, lo sapeva. Più verosimile è che, con questa mossa, abbia pensato di accreditarsi col popolo di sinistra, sempre più sofisticato e inconcludente. Insomma, ha detto qualcosa di sinistra.
L’altra cosa che ha fatto, nel pieno della tempesta amministrativa per scegliere i vari candidati, è affidarsi alle primarie, uno strumento ormai consumato ma pur sempre un “refugium peccatorum”. Se ci si passa una antipatica autocitazione, ma l’avevamo scritto qualche giorno fa che Letta sarebbe ricorso alle primarie per sciogliere, nello specifico, il nodo calabrese. Il segretario ha dato incarico a Francesco Boccia per rendere ufficiale la decisione. Che ha trovato subito l’adesione di Nicola Irto. Il che dimostra che la decisione medesima sia stata concordata. A renderla esecutiva, a velocizzarla, probabilmente ha concorso la deputata grillina, Dalila Nesci, che ha proposto, per la potenziale coalizione di centrosinistra, le suddette primarie. In realtà la pentastellata, nella precedente elezione, quando fu eletta Jole Santelli, propose sé stessa a candidato a presidente senza trovare alcun riscontro da parte dei suoi colleghi pentastellati.
Questa nuova situazione costringe tutte le parti in commedia a giocare con le carte scoperte. De Magistris ha detto subito di no, ma questo era scontato. Irto, come detto, ha subito acconsentito. Con questa nuova prospettiva dovranno pronunciarsi: 1) I grillini lealisti. 2) I dem contrari a Irto. 3) L’area di sinistra che non va dietro a de Magistris.
Questa sarà una partita inedita perché toglie molti alibi. Soprattutto all’interno del Nazareno dove sta nascendo una nuova configurazione. È di queste ore la nascita di una muova componente interna al Pd, chiamata “Prossima”. Da un primo sguardo i primi componenti sembrano i seguaci di Zingaretti. Marco Furfaro ne ha tracciato il profilo: «L’idea è quella di provare a costruire un luogo per aiutare il Pd nell’apertura e nella discussione sull’idea di società che vuole costruire ». Sembra il prologo del manifesto introduttivo.
Secondo Fanpage ne farebbero parte: “Mattia Santori, delle Sardine, Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Giuliano Pisapia, oggi europarlamentare. E poi Erasmo Palazzotto, deputato di Leu e presidente della commissione Regeni, Enza Rando di Libera e Francesca Chiavacci di Arci. Tra i dirigenti e gli amministratori del Partito Democratico ci sarà la presidente Valentina Cuppi, e poi l’ex ministra Paola De Micheli, Nicola Oddati, Stefano Vaccari, Marco Miccoli. E anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano”.
Miccoli ha già lasciato Cosenza per candidarsi in un municipio di Roma, quanto a Oddati aveva già lasciato la Calabria. Ma si prepara il congresso regionale che si dovrebbe tenere dopo le elezioni regionali di ottobre
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