CATANZARO La Corte di Appello di Catanzaro, sez. I, Presidente De Gregorio, a latere Luzzo e Mastroianni, ha assolto Gennaro Marsiglia dai reati di corruzione e turbata libertà
degli incanti perché il fatto non sussiste.
Per tali reati, nell’ambito dell’operazione “Appalto amico”, condotta dalla Procura della Repubblica di Paola, in primo grado era stato condannato dal Tribunale alla pena di anni 4 di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, alla confisca di 42.671,00 Euro e, infine, era stata dichiarata l’estinzione del rapporto di impiego con le amministrazioni comunali di Buonvicino e Maierà. Per un solo capo di imputazione su 7, la Corte lo ha condannato a mesi 8 di reclusione ed 400,00 Euro di multa, pena sospesa.
Marsiglia era assistito dagli Nicola Carratelli e Alessandro Gaeta. «La questione – dice Gaeta – come mi è capitato di leggere su alcuni notiziari on-line, non è soltanto quella che la pena è stata “ridimensionata”; la vera questione è che Marsiglia è stato costretto a difendersi da una accusa gravissima (corruzione), per la quale ha patito anche misura cautelare inframuraria e domiciliare, ed ha dovuto attendere circa 5 anni perché un giudice riconoscesse che non ha commesso i fatti lui ascritti. Inimmaginabili le ripercussioni negative che tale vicenda ha avuto ed avrà sia sulla sua vita privata che su quella pubblica. Spero davvero che questa vicenda aiuti a riflettere su come, a volte, occorra un pizzico di maggiore cautela prima di aprire le porte di un carcere».
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