REGGIO CALABRIA «L’attività svolta in sinergia tra i reparti dell’Arma e il collaterale brasiliano, con il supporto dell’Fbi e della Dea statunitense è stata coordinata dalle procure distrettuali di Reggio Calabria e di Torino. Le complesse attività svolte in Sud America sono state inoltre agevolate dalla direzione generale per la cooperazione giudiziaria internazionale del ministero della giustizia italiano e dal dipartimento di giustizia statunitense». E’ il commento degli investigatori dopo la cattura del superlatitante di ‘ndrangheta, Rocco Morabito, arrestato in Brasile in una operazione effettuata dai Ros con polizia, Interpol e polizia federale brasiliana. I dettagli dell’operazione saranno resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa.
«L’arresto in Brasile del boss Rocco Morabito al termine di un’operazione complessa di Carabinieri, Polizia, Interpol, Dea, Fbi statunitense e investigatori brasiliani è un duro colpo alla ‘ndrangheta. La lotta contro le mafie e l’illegalità è una priorità, congratulazioni alla Magistratura e all’Arma dei Carabinieri e alle Forze di Polizia»: così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini in una nota ha commentato l’arresto, avvenuto nella giornata di ieri, del boss tra i dieci criminali più ricercati al mondo. «Il successo di questa brillante operazione è la prova dell’incessante lavoro, in Italia e in complesse attività investigative internazionali, svolto silenziosamente dalle nostre forze di polizia, sempre al servizio dei cittadini» ha commentato Guerini.
Rocco Morabito è stato arrestato in un albergo di Joao Pessoa, capitale dello stato di Paraiba, assieme ad altri due stranieri, secondo quanto ha rivelato il ministro della Giustizia brasiliano, Anderson Torres. «L’arresto compiuto dalla polizia federale dimostra, ancora una volta, il nostro impegno nella lotta alla criminalità. Congratulazioni per la brillante operazione di polizia e di intelligence», ha detto Torres. Il sito del ministero della Giustizia e della sicurezza pubblica brasiliano ricorda che Morabito era ricercato dal 2019, dopo l’evasione in Uruguay, e sul suo capo pendeva un mandato di cattura emesso dal Supremo tribunale federale (Stf).
«Complimenti all’arma dei Carabinieri e al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol per l’operazione, coordinata dalle procure antimafia di Reggio Calabria e Torino, che ha condotto all’arresto di Rocco Morabito nel nord del Brasile»: così il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. «Ancora una volta la determinazione, la dedizione e la professionalità di tutti gli investigatori coinvolti – aggiunge – hanno consentito di assicurare alla giustizia, dopo due anni di complesse e articolate indagini, l’esponente di primissimo piano della ‘ndrangheta, considerato il secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, e insieme a lui, Vincenzo Pasquino, personaggio di spicco del narcotraffico internazionale e inserito nell’elenco del Viminale dei latitanti più pericolosi».
«Un risultato straordinario che dimostra la capacità di magistratura e forze dell’ordine di contrastare in modo efficace la criminalità organizzata e le sue ramificazioni internazionali grazie alla proficua e intensa collaborazione di polizia sviluppata nell’ambito del progetto “I can”, promosso e finanziato dal ministero dell’Interno e condotto dall’Interpol per intensificare lo sforzo comune nella lotta alla ‘ndrangheta e a tutti i suoi interessi illeciti transnazionali» ha aggiunto il ministro Lamorgese sottolineando infine «l’impegno quotidiano concreto per garantire legalità e sicurezza».
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