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Prima gli insulti, poi una testata in pieno viso. Aggressione omofoba a Vallefiorita

«Ti dovrebbero ammazzare lesbica schifosa». La denuncia di Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria: «Sosterremo Silvana con tutti i mezzi possibili»

Pubblicato il: 25/05/2021 – 21:18
Prima gli insulti, poi una testata in pieno viso. Aggressione omofoba a Vallefiorita

REGGIO CALABRIA Una testata in pieno volto che le ha provocato tumefazioni e l’ha costretta a medicazioni al setto nasale e ai denti. Silvana, residente a Vallefiorita, è ancora sconvolta per l’aggressione subita. Un’aggressione nata con una serie di insulti e provocazioni dal gridati dal balcone da parte del vicino che abita al piano di sotto. «Lesbica schifosa puttana! Ti dovrebbero ammazzare! Sto parlando proprio con te, lesbica schifosa!». Silvana si trovava al telefono con la fidanzata che sente tutto l’accaduto. Una storia che è stata raccontata anche al comitato Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria. «Nel pomeriggio di sabato scorso – racconta una nota del comitato – il nostro consigliere Bruno Giordano viene raggiunto da una comunicazione, tramite messaggistica istantanea, che lo informa di un’aggressione fisica subita da una donna nel catanzarese, perché lesbica. Come comitato Arcigay “I Due Mari” decidiamo di muoverci con estrema cautela e discrezione, soprattutto nel pieno rispetto della privacy della persona offesa e scongiurando ogni possibile ulteriore accanimento verso di lei». Giordano, contattato in seguito anche da Silvana decide di verificare e ieri ha raggiunto la donna a Vallefiorita, in provincia di Catanzaro. « La trova con il volto tumefatto, una vistosa medicazione al setto nasale, la voce tremante e lo stato d’animo di chi ha maledettamente paura», scrivono dall’Arcigay di Reggio. Silvana racconta degli insulti subiti dal balcone e poi delle botte. Il tutto è avvenuto il 20 maggio scorso. E la cosa più grave e dolorosa è che «ad oggi nessun/a concittadino/a si è sincerato dello stato psicofisico di Silvana. Tutti/e sanno, ma nessuno/a agisce».

Prima gli insulti, poi le botte

«Incassata tutta questa serie di epiteti – prosegue la nota –, la donna scende al piano dove risiede il suo persecutore (che già in passato si era reso protagonista di comportamenti intimidatori) manifestando il suo più che comprensibile disappunto per le ingiurie ricevute. Trovatosi dinnanzi alla nostra Silvana, il vicino persevera nel palesare la sua omofobia e assesta una tremenda testata dritto sul setto nasale. L’aggressione avviene con la complicità della moglie del vicino e di altri due adulti, che immobilizzano Silvana e le sottraggono il telefono. Una volta riuscita a divincolarsi e a riavere indietro il suo smartphone, la donna contatta il numero di emergenza 112 e viene raggiunta da una pattuglia dei Carabinieri. Successivamente, la donna è costretta a rivolgersi alla Guardia Medica prima e successivamente anche al Pronto Soccorso di Catanzaro per sottoporsi ad accertamenti». 

L’appello

«I soggetti in questione sono già noti alle forze dell’ordine e al Sindaco di Vallefiorita. Ci appelliamo a loro affinché facciano il possibile per tutelare Silvana: ora più che mai ha bisogno del sostegno di tutte le figure che sono a garanzia delle norme presenti sulla nostra Costituzione, in attesa che il Disegno di Legge Zan possa essere definitivamente approvato. A tal proposito, riscontriamo l’ennesimo caso in cui il DDL in questione sarebbe stato fondamentale per fronteggiare queste gravi violazioni di diritti umani. Il Comitato Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria continuerà a monitorare costantemente tutte le evoluzioni della vicenda. Sosterremo Silvana in questa battaglia con tutti i mezzi possibili per il riconoscimento dei suoi diritti di cittadina, di donna, di persona lesbica».

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