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Reddito di cittadinanza per gli affiliati alle cosche: 43 denunce – NOMI

Inchiesta della Procura di Vibo e della guardia di finanza. Truffa da 225mila euro. Coinvolti esponenti dei clan Melluso, La Rosa, Mancuso, Pardea-Ranisi e Accorinti

Pubblicato il: 25/05/2021 – 10:04
Reddito di cittadinanza per gli affiliati alle cosche: 43 denunce – NOMI

VIBO VALENTIA I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito delle funzioni di polizia economico – finanziaria a tutela del bilancio nazionale e nell’ambito della consolidata collaborazione con l’INPS, hanno avviato specifici controlli finalizzati a contrastare le condotte di indebita richiesta, percezione e/o fruizione di prestazioni sociali agevolate, individuando e segnalando all’Autorità Giudiziaria 43 soggetti per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Tale sostegno economico, introdotto a decorrere dal mese di aprile 2019 come misura di contrasto alla povertà, volta al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale, spetta ai cittadini in possesso di specifici requisiti personali, reddituali e patrimoniali.
Il reddito di cittadinanza non può essere erogato a nuclei familiari i cui componenti siano sottoposti a misure cautelari o condannati per reati gravi.

Il Reddito nonostante le condanne

I mirati accertamenti svolti dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia ai medesimi che a ciascun componente del nucleo familiare.
I controlli hanno consentito di individuare 43 soggetti che, in prima persona o attraverso i propri familiari, hanno chiesto ed ottenuto dall’Inps il beneficio economico del reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare l’esistenza a loro carico di condanne (anche per associazione a delinquere di tipo mafioso).

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I nomi degli affiliati

Tra i soggetti implicati figurano, tra gli altri, esponenti di spicco ed affiliati alle cosche vibonesi, come Leonardo Melluso ‘65, al vertice dell’omonima cosca di Briatico, già coinvolto nell’operazione “Costa Pulita”, Francesco La Rosa ‘74, affiliato all’omonima cosca di Tropea, già condannato per il reato previsto dall’art.416 bis C.P., Gaetano Muscia ‘64, affiliato alla cosca Mancuso di Limbadi, già coinvolto nell’operazione “Ossessione”, Pasquale Accorinti ‘69, affiliato alla cosca La Rosa di Tropea, già coinvolto nell’operazione “Cerbero”, Raffaele Pardea ‘59, affiliato alla cosca Pardea-Ranisi di Vibo Valentia e Francesco Gasparro ‘71, affiliato allo cosca Accorinti di Zungri, già implicati nell’operazione “Rinascita Scott”.

Una frode da 225mila euro

I soggetti coinvolti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore – Camillo Falvo, per il reato previsto e punito dall’art. 7, commi 1 e 2 del D.L. 28 gennaio 2019, n. 4. L’importo complessivo delle somme indebitamente percepite e, quindi, segnalate alla magistratura e all’Inps per il recupero, la revoca del beneficio, ammonta a 225mila euro. Le attività di controllo nello specifico settore, che proseguiranno con la costante collaborazione dell’Inps, testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito nel settore della spesa pubblica, finalizzata a prevenire e reprimere condotte illegali dall’elevato disvalore sociale, in quanto tese a sottrarre risorse alle fasce più bisognose della popolazione, in un periodo di grave crisi a causa dell’emergenza da Covid-19, a beneficio di soggetti non aventi diritto, anche appartenenti alla criminalità organizzata.

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