ROMA La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati coinvolti nel procedimento battezzato dalla Dda di Catanzaro “Scheria” contro sette esponenti di spicco delle cosche Gallelli e Procopio-Mongiardo accusati di avere vessato per quasi 20 anni l’imprenditore Andrea Dominijanni, proprietario del villaggio turistico Nausicaa a Sant’Andrea dello Jonio, nel Soveratese. Diventano definitive le condanne inflitte, in primo grado come in appello, a Vincenzo Gallelli (in foto), 16 anni e 6 mesi di reclusione; Andrea Santillo, 7 anni e 10 mesi; Andrea Cosentino, 7 anni e 4 mesi; Fiorito Procopio, 7 anni e 4 mesi; Michele Lentini, 7 anni e 4 mesi; Mario Mongiardo, 7 anni e 2 mesi; Gerardo Procopio, 7 anni e 8 mesi.
Pesanti le accuse rivolte, a vario titolo, agli imputati: associazione per delinquere, estorsione, intestazione fittizia di beni. Quindici milioni di lire all’anno, 7.500 euro con il cambio del conio. Questa la cifra che l’imprenditore Andrea Dominijanni era costretto a versare per poter mantenere il suo villaggio turistico a Sant’Andrea dello Jonio e per la “tranquillità” nella gestione della sua attività. Vessazioni alle quali l’uomo si è, infine, ribellato denunciando ogni cosa.
C’è da sottolineare che l’unica parte civile costituita nel processo è stata sempre e solo quella dell’imprenditore Andrea Dominijanni. Ad appoggiare il denunciante non vi sono state, in appello come avvenuto in primo grado, le istituzioni, né Regione, né Comune, né la Provincia di Catanzaro. Le condanne sono state graniticamente confermate nei tre gradi di giudizio. Ora la sentenza è divenuta esecutiva e i responsabili verranno condotti a scontare la pena, come previsto dalla legge. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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