REGGIO CALABRIA Alto senso del dovere e delle istituzioni, coraggio, umanità e altruismo. Questi i tratti significativi che caratterizzano il riconoscimento ufficiale con cui la Città metropolitana di Reggio Calabria ha voluto insignire l’equipaggio della Motovedetta CP 289 della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Reggio Calabria. Una benemerenza, è scritto in una nota, consegnata nel corso di una sobria cerimonia nel salone “Monsignor Ferro” di Palazzo “Corrado Alvaro”, dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, nelle mani del Comandante dell’unità operativa, primo maresciallo Antonio d’Arrigo, alla presenza del Direttore marittimo della Calabria e della Basilicata tirrenica, contrammiraglio Antonio Ranieri, del presidente dell’Associazione nazionale marinai d’Italia Gruppo M.O.V.M. “T. Gulli”, Cav. Uff., Calogero Aquilina e di una parte dello stesso equipaggio della motovedetta. Il riconoscimento, è stato spiegato nel corso dell’iniziativa, intende sottolineare i brillanti risultati conseguiti dal personale della Direzione marittima di Reggio Calabria nel quadro del programma di cooperazione europea, finalizzato al monitoraggio dei flussi migratori irregolari diretti verso i paesi comunitari e in particolare alle attività svolte nell’ambito delle missioni internazionali, “Poseidon” e “Indalo”.
«Per noi questa giornata rappresenta un orgoglio enorme – ha detto Falcomatà – che ci richiama all’alto valore e al sacrificio quotidiano che nel silenzio e nell’ombra, donne e uomini della Capitaneria di Porto e della Guardia costiera conducono da anni. Sempre impegnati nella difesa del territorio per affermare sicurezza e legalità ma soprattutto, nello svolgimento di operazioni di salvataggio di vite umane. Un tema questo, di grandissima attualità anche alla luce delle terribili immagini che ci giungono dai nostri mari. E questa è anche un’occasione per ribadire il ruolo delle città rispetto a questo tema e credo che Reggio e tutto il territorio metropolitano abbia sempre fatto la propria parte, dimostrando grande umanità, accoglienza, solidarietà e inclusione. Mentre la politica parla spesso a sproposito noi riceviamo lo straordinario esempio di chi vive questi problemi sul campo, in prima persona, senza porsi il problema di cosa fare ma agendo concretamente e spesso mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri».
«Siamo davvero felici di ricevere questo riconoscimento – ha sostenuto Ranieri – che va, prima di tutto, al personale che opera nel settore soccorso in mare. Soccorso per noi significa salvataggio di gente in mare, un’attività che noi svolgiamo nei confronti di chiunque, senza distinzioni di sorta. Quando si parte per una missione di soccorso non si sa effettivamente a cosa si va incontro, perché le incognite sono tante a cominciare dalle condizioni meteo. Ma il focus è e resta sempre lo stesso: riportare a terra e in sicurezza le persone che si trovano in mare».
Nel descrivere le attività condotte nel quadro delle missioni “Poseidon” e “Indalo”, D’Arrigo ha infine parlato di operazioni estremamente stimolanti “sotto il profilo professionale, perché abbiamo operato in contesti completamente nuovi per noi come le traversate oltre gli stretti che ci hanno portato al pattugliamento dell’oceano Atlantico».
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