COSENZA La Corte di Cassazione ha ribaltato il giudizio di primo e secondo grado che aveva condannato all’ergastolo Luigi Galizia, imputato per il duplice omicidio di Edda Costabile e Ida Attanasio, uccise entrambe a San Lorenzo del Vallo nella mattina del 30 ottobre 2016. La sentenza che condannava l’imputato al “fine pena mai” è stata annullata con rinvio alla Corte d’Appello di Catanzaro. Galizia – secondo l’accusa – si sarebbe reso responsabile del delitto per consumare una vendetta nei confronti della famiglia Attanasio. Francesco Attanasio, infatti, figlio e fratello delle due vittime – qualche mese prima del duplice omicidio delle donne – uccise Damiano Galizia, fratello di Luigi. Di quel delitto Francesco Attanasio si è dichiarato reo confesso e adesso sconta una pena di 30 anni di carcere riformata dalla Corte d’Appello considerato l’ergastolo rimediato in primo grado al termine del processo celebrato in rito abbreviato.
Durante i procedimenti davanti ai giudici togati e popolari, accusa e difesa hanno ripercorso le fasi che hanno portato all’assassinio delle due donne. I colpi di pistola che Francesco Attanasio esplose contro Damiano Galizia, così come il giallo dietro al ritrovamento di un ingente quantitativo di armi furono l’innesco che secondo i magistrati avrebbe fatto scattare l’istinto omicida di Luigi Galizia. Da qui, seguirono mesi di indagine e di intercettazioni. «Non si può ipotizzare che Luigi Galizia abbia visto passare le donne, poi abbia preso la macchina, poi abbia preso l’arma, abbia ucciso le due donne e si sia dato alla fuga». Ha sostenuto nel corso di una delle sue arringhe uno dei legali di Luigi Galizia, l’avvocato Cesare Badolato. Ritornando all’omicidio di Damiano Galizia, per il difensore la mattina in cui viene ascoltato Francesco Attanasio rappresenta un momento processuale chiave del dibattimento. «Quel giorno non abbiamo ascoltato una persona che voleva fare chiarezza sulla morte della madre e della sorella – dice il difensore -, ma uno che voleva scamparla. Il suo non voler rispondere ad alcune domande è la palese conferma che dietro c’è altro». E poi c’è Luigi Galizia che diventa secondo gli avvocati il mostro sbattuto in prima pagina. «Una parentela carnale con una persona vicina ad alcuni gruppi criminali ha fatto di Luigi Galizia un criminale. Ci sono 139 collaboratori di giustizia e nessuno ha mai fatto cenno a questa persona, così come neanche una indagine lo vede coinvolto in prima persona».
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