CATANZARO «La storia dei lavoratori del Sant’Anna è quella di un’ingiustizia atroce, vigliacca, sembra una favola nera che inizia la vigilia di Natale». A dichiararlo è il consigliere comunale, capogruppo di “Cambiavento”, Nunzio Belcaro.
«Quei volti che abbiamo imparato a conoscere attraverso i giornali, i social, immortalati per strada, sono quelli di professionisti perbene, responsabili, appassionati. Per molti di loro Catanzaro ha rappresentato una città d’arrivo, è stata scelta come luogo in cui fermarsi, formare la propria famiglia. Sono poche le risorse di questa città che attraggono lavoro, il Sant’Anna è una di esse. Chiuderlo rappresenterebbe una ferita sociale profonda con la quale fare i conti per anni. Sono stati umiliati in questi mesi, illusi, calpestati nella loro dignità, come se il merito delle prestazioni sanitarie, della fama che si sono costruiti negli anni, dei numeri importantissimi che riuscivano a garantire, fosse improvvisamente evaporato».
«Se prendessimo tutte le dichiarazioni prodotte, – aggiunge – tutte le informazioni a disposizione, tutti i passaggi amministrativi e politici, logica vorrebbe che noi già da tempo dovremmo esserci messi alle spalle questa storia. Perché arrivati a questo punto non esistono, nella sfera del comprensibile a noi mortali, i motivi logici di questa ennesima fase di stallo, dell’attesa ad una contrattualizzazione che viene assicurata e mai sancita. Invece muri di gomma, silenzi, ignavia, come se si perseguisse attraverso procrastinazione, una morte per asfissia. Provo vergogna, rabbia, frustrazione. Ed è per questo che chiedo rispetto per loro, un’operazione d’immediata chiarezza. Mettetevi nei panni della loro disperazione e manifestate nell’immediato le reali intenzioni, che vuol dire firmare o no. La salvezza del loro posto di lavoro passa attraverso un tempo che è giunto alla fine».
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