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Crisi pandemica

Turismo, Federalberghi: «Finora i dati sono peggiori del 2020»

Appello del direttore generale Nucara al Governo per sostenere il comparto: «Si può fare uno sforzo in più»

Pubblicato il: 31/05/2021 – 15:37
Turismo, Federalberghi: «Finora i dati sono peggiori del 2020»

«Il turismo è senz’altro il settore economico che più soffre per gli effetti della pandemia e, al suo interno, le strutture turistico ricettive e termali sono quelle che stanno pagando il prezzo più alto. E, a differenza di quel che accade in altri settori, il 2021 ha sin qui prodotto risultati peggiori di quelli registrati nel 2020». Lo dice il direttore generale di Federalberghi Alessandro Massimo Nucara sottolineando che c’è bisogno di dare attenzione specifica al settore e si può fare uno sforzo in più.
«Venerdì scorso l’Istat ha pubblicato i dati relativi al fatturato degli alberghi nel primo trimestre 2021, che registra un calo del 70,8% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il nostro Centro Studi ha rilevato nel quadrimestre gennaio-aprile 2021 un crollo dell’85,6% delle presenze dei turisti negli esercizi ricettivi rispetto al corrispondente periodo del 2019, con un calo del 75,1% per gli italiani e del 95,9% per gli stranieri», rileva.
«La decisione di introdurre un’ulteriore rata di contributo a fondo perduto e la possibilità di rapportarne l’ammontare alle perdite subite nel corso del cosiddetto “anno pandemico” vanno nella giusta direzione, anche se gli importi spettanti alle singole aziende sono molto distanti dalle perdite effettivamente subite», dice Nucara.
«Bene – afferma ancora il direttore di Federalberghi – l’incremento delle risorse destinate al credito d’imposta per la riqualificazione delle imprese ricettive e degli stabilimenti termali, che auspichiamo possa essere ulteriormente irrobustito specialmente dopo la brutta sorpresa di venerdì che ha visto gli alberghi esclusi dal superbonus».
Sul punto Federalberghi segnala la possibilità di adottare alcuni aggiustamenti che potrebbero migliorare l’efficacia dello strumento senza determinare oneri sui conti pubblici. Ad esempio: consentire alle imprese beneficiarie di cedere il credito a terzi, con le medesime modalità previste dal decreto rilancio; ammettere agli incentivi anche le imprese costituite dopo il 1° gennaio 2012; consentire, in occasione della presentazione delle istanze relative agli investimenti effettuati nel 2020, anche la presentazione di istanze relative agli investimenti effettuati nel 2019, anno per il quale non è stato a suo tempo emanato il bando.

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