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Attendismo, politichese e dispetti da ex. Le parti in commedia nel centrosinistra

Il tatticismo del M5S. L’impegno di Graziano e la disponibilità di Irto. I consiglieri regionali dem concentrati sulla propria sopravvivenza. Le partite romane in cui la Calabria è un incidente di …

Pubblicato il: 04/06/2021 – 17:35
di Pablo Petrasso
Attendismo, politichese e dispetti da ex. Le parti in commedia nel centrosinistra

LAMEZIA TERME Sono state la determinazione di Stefano Graziano e la disponibilità di Nicola Irto a permettere che il cammino del giovane consigliere regionale reggino come potenziale candidato del centrosinistra non finisse stritolato tra accordi romani, piccole ambizioni personali, antipatie e rivalse. Specie dopo i contatti informali avviati da qualcuno ai vertici romani del partito con lo storico Enzo Ciconte, al quale oggi Francesco Boccia ha rivolto un amichevole invito ad aiutare il Pd. A proposito, Boccia sa per caso chi ha contattato Ciconte per mettere da parte Irto? Perché la risposta aiuterebbe a discernere chi, e a che livello, è impegnato in una partita nella quale la Calabria appare davvero l’ultimo dei pensieri. Una commedia che non fa ridere, in cui ciascuno gioca la propria parte. Premessa: la candidatura di Irto è stata un’idea del commissario regionale Graziano e non è mai stata avversata ufficialmente da nessuno tranne, forse, dallo stesso Irto. Che ha dovuto trovare la voglia di gettarsi in una partita difficilissima e ha continuato a “mettersi a disposizione” anche quando sono spuntate altre opzioni: candidati di superamento, primarie e tutto l’armamentario che serve per far “saltare” un nome, cosa in cui i dem calabresi sono bravissimi, specie quando cercano di perdere. Tutt’attorno nessuno ha detto «Irto non va bene». Ma ciascuno attendeva la propria mano in attesa che i tempi fossero maturi.

«La Calabria è una priorità». Davvero?

Pd-Boccia-Graziano

Roma, innanzitutto, considera prioritari altri equilibri e altri dossier: mantenere in piedi l’accordo nazionale con i Cinquestelle per sostenere il governo Draghi e pensare alle prossime politiche; trovare una quadra sulle candidature alle Comunali nelle grandi città. La Calabria? Viene dopo, è quella regione in fondo allo Stivale: più una grana da governare che un’opportunità da sfruttare. Il tentativo di disarcionare la candidatura di Irto nasce (anche) da questi ragionamenti, dal voler prendere tempo in attesa che gli altri equilibri, ritenuti prioritari, trovino una sistemazione. Ed è inutile nascondere che un pezzo dei democrat sia stato artefice delle manovre che hanno reso l’accordo calabrese una preposizione subordinata. Oggi Boccia in conferenza stampa ha detto che «la Calabria è una priorità». Ieri l’altro non lo era. E vale per tutti.

Il M5S parla (soltanto) politichese

Tra i tutti c’è, ovviamente, il M5S. Nessuna voce chiara si è levata dal Movimento, nelle scorse settimane, per commentare la proposta di convergere su Irto. Un po’ di politichese per prendere tempo, poi Conte ha aperto a un dialogo in realtà già avviato da mesi. E nella prima nota ufficiale dopo l’uscita dell’ex premier i grillini calabresi hanno spiegato che il passo indietro di Irto avrebbe reso più facile il dialogo. Non lo volevano. E non vogliono neppure le primarie (leggasi Dalila Nesci: che tra i Cinquestelle ci siano più correnti che nella vecchia Dc non è più una notizia), perché sono quasi certi di perderle: meglio sedersi a uno dei fatidici tavoli e scegliere un candidato (rigorosamente civico, un altro modo per dire “basta che non sia Irto”) per portare a casa il risultato. Oggi, dopo la conferma della convergenza sul consigliere regionale, i Cinquestelle si affidano a una nota nella quale spiegano che «stanno proseguendo i confronti per arrivare a un patto tra tutte le forze riformiste, progressiste e civiche in Calabria». Altro politichese.

Sardine attendiste

E non va meglio, in quanto a chiarezza, neanche tra le Sardine, che a una partecipazione alle Primarie non pensano neppure, perché significherebbe contarsi. L’obiettivo – declinato sempre in politichese e in varie circostanze – di allargare la coalizione è uno scopo comune a tutti gli attori in commedia. Ma nel movimento che si propone(va) di rinnovare il centrosinistra anche nei modi, le priorità sono stati i tatticismi. Fino a quando non è arrivato il momento di tirare fuori il nome di Enzo Ciconte, stimatissimo studioso con una storia politica iniziata nel perimetro del Partito comunista. Figura di alto profilo ma (come fu per Pippo Callipo) non esattamente “largo ai giovani”.

Primum vivere deinde si vedrà

consiglio-regionale

Viaggiano, invece, allineati e coperti i consiglieri regionali. Tutti già in campagna elettorale. Il loro imperativo categorico è “primum vivere”: con la doppia preferenza di genere e partendo dalla base delle scorse Regionali, gli spazi rischiano di restringersi. A prescindere dal candidato, (quasi) tutti pensano alla difficile conferma della propria poltrona. Allargamento della coalizione, scelta del programma, strategie per battere le destra, problemi dei calabresi: tutte questioni secondarie. Primum vivere deinde si vedrà (ché philosophari in politica è sconsigliabile).

Oliverio e Magorno: tutto purché perda il Pd

pd-calabria-oliverio-e-magorno

Chi, invece, ha priorità ben chiare sono due grandi ex del Partito democratico. Due politici che il Pd lo hanno guidato (e, qualcuno direbbe, traghettato nella poco invidiabile condizione in cui si barcamena): Mario Oliverio ed Ernesto Magorno. I due, per anni (almeno formalmente) vicinissimi e poi arrivati allo scontro, sembrano avere ora lo stesso obiettivo: far perdere il Pd. Cosa farà Oliverio, di fatto scaricato a favore di Callipo nel 2019, lo ha detto oggi Carlo Tansi nella sua nota di addio al Tan-Dem con de Magistris: l’ex governatore, stando al racconto del suo vecchio capo della Prociv, viaggerà accanto a Mimmo Lucano (che Oliverio ha sempre sostenuto anche nei mesi difficili della bufera giudiziaria sul modello Riace) e dunque, semplificando estremamente, voterà per de Magistris. Magorno correrà in solitaria con Italia Viva. Cioè, stando alle parole di Boccia, sarà un «alleato del centrodestra». Vale forse la pena ricordare che si parla dell’ex presidente di una giunta regionale a fortissima trazione democratica e dell’ex segretario regionale dem. Di acqua ne passa sotto i ponti. Ma questa è un’esondazione. (p.petrasso@corrierecal.it)

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