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«È in gioco il destino della Calabria»

La politica è in netta evoluzione (o forse involuzione). Cerca nuove soluzioni rimediali, utili a scongiurare la scomparsa dei partiti, oggi in fase di chiara decomposizione. Nascono, quindi, nuov…

Pubblicato il: 07/06/2021 – 8:39
di Ettore Jorio
«È in gioco il destino della Calabria»

La politica è in netta evoluzione (o forse involuzione). Cerca nuove soluzioni rimediali, utili a scongiurare la scomparsa dei partiti, oggi in fase di chiara decomposizione. Nascono, quindi, nuove idee, ma soprattutto se ne ripropongono di vecchie.
Nel mezzo, una confusione totale, ove a prevalere – dopo la coraggiosa opzione del governo Draghi che ha fatto più bene in termini di verosimile consenso alla Meloni che a tutto il resto – sono le scelte dei candidati delle Città metropolitane al voto nel prossimo autunno (Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna). Mai tante insieme, divenute tali a causa dei ingiusti rinvii causa Covid 19!
Il tutto, con la conseguenza che le elezioni regionali calabresi, le uniche ad assumere un vero significato politico atteso l’esercizio del ruolo co-legislativo con lo Stato, passano in cavalleria. Sfuggono anche al giornalismo nazionale, ivi compreso l’attento Paolo Pagliaro, partner della Gruber in Ottoemezzo, che non vi fa neppure cenno analizzando l’occasione elettorale nello specifico. La dimentica, quasi come non esistesse.
Sembra che ad attrarre l’interesse sia solo la candidatura di De Magistris, grazie alla sfacciata promozione che ne fa una nota trasmissione televisiva, attenta a sottolineare, opportunamente, le nefandezze che contraddistinguono la Calabria, senza però ricercare soluzione alcuna.
Un siffatto stato di cose è quanto di peggio si possa fare per la Calabria e i calabresi. Si offre una immagine che ucciderebbe chiunque, dalla quale morte è davvero difficile risuscitare, specie con partiti e movimenti che dimostrano ivi le loro maggiori debolezze e i loro grandi limiti culturali. Tutti fanno, insomma, con una enfasi finanche eccessiva, la conta dei problemi senza accennare al da farsi. Agli impegni che si ritengono di assumere.

Venendo alla cronaca. Il centrodestra pare abbia finalmente scelto. Il centrosinistra, del quale allo stato è difficile anche a decifrarne la composizione, sembra essere arrivato a consegnare le sue effigie ad un candidato di pregio con esperienza istituzionale. I nomi alternativi, certamente tutti meritevoli, sembrano per lo più non possedere il background che necessita per risollevare la Regione dai guasti perenni e in netto peggioramento. Rimangono i «laici», per alcuni eletti a simboli, dai quali è giusto attendersi i programmi al di là dei battibecchi che ne stanno caratterizzando le iniziative. Residuano i delusi sulle cui ragioni rivendicative appare difficilissimo esprimere anche il benché minimo consenso.
A fronte di una tale situazione, ove da una parte ci sono le proposte, segnatamente limitate al general-generico accompagnate dalle solite cantilene critiche fini a se stesse, c’è la Calabria e i calabresi a giocarsi il loro futuro. Puntare su un nome senza che ci sia un progetto diventa peggio che giocare alle corse dei cavalli puntando su un asino.
Dunque, fuori i curricola e le esperienze sintomi della capacità posseduta, ma principalmente i programmi, spiegati ai cittadini nel dettaglio e non già attraverso quelle frasi ad effetto che sanno di nulla (Draghi docet).
Non solo, dovranno dare prova della loro attitudine a trattare con il Governo, meglio a pretendere una collaborazione finalmente leale e perequativa.
Insomma, la Calabria è prossima ad un appuntamento importante, ove è in gioco il suo destino.
Dovrà affrontare scelte difficili ma decisive, scegliere il Presidente cui affidare la Regione e il futuro dei nostri figli. Dovrà farlo individuando, prescindendo da ogni ideologia, chi sia davvero capace di salvarla dalle progressive e inarrestabili retrocessioni e di concorrere per lo scudetto dell’efficienza e della normalità. Una condizione mai goduta dalle nostre parti.
Quanto alle scelte prossime, ci sarà da eleggere altresì il sindaco di Cosenza. Una Città nota per essere stata patria di grandi politici, che pretende oggi candidature adeguate al rango da sottoporre ai cosentini.

*docente Unical

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