VIBO VALENTIA Un segnale preoccupante arrivato direttamente dal territorio, un atto di chiaro stampo intimidatorio e che ricorda, per tempi e modalità, episodi legati alle ingerenze della criminalità organizzata ma che sembravano ormai solo un ricordo sopito.
L’incendio che ha interessato nei giorni scorsi due camion e un escavatore della ditta “Procopio srl” di Catanzaro, nel cantiere del nuovo presidio ospedaliero di località Cocari, alle porte di Vibo Valentia, apre pertanto scenari inattesi e preoccupanti ma che hanno già messo in allarme le forze dell’ordine e la Procura vibonese, guidata da Camillo Falvo.
Dall’operazione Rinascita-Scott, infatti, non erano mai più avvenuti episodi del genere. Un “risveglio” amaro per il Vibonese, dunque, dopo circa un anno e mezzo di apparente tregua, forse dovuto al tentativo di riemergere da parte delle cosche locali attraverso la riorganizzazione delle nuove leve. È ancora presto per dirlo, certo, e le indagini della Squadra mobile vanno avanti proprio per chiarire se, come sembra, dietro all’attentato incendiario ci sia la mano della criminalità organizzata.
Sarà probabilmente un’estate più calda di quanto si aspettassero in procura, ma l’impegno degli inquirenti e delle forze dell’ordine è costante per evitare che episodi del genere possano ripetersi. «Siamo fiduciosi – ha spiegato al Corriere della Calabria il procuratore di Vibo, Camillo Falvo – stiamo cercando di capire cosa sia successo e contiamo di arginare immediatamente questa falla e soprattutto cercheremo di capire quanto l’episodio sia riconducibile alla riorganizzazione delle nuove leve sul territorio che comunque sono monitorate sia dalla Procura di Vibo, sia dalla Dda di Catanzaro».
Intanto, ad una settimana esatta dall’attentato, si riunisce il Comitato per l’ordine e la sicurezza, l’occasione per il prefetto Roberta Lulli per richiamare l’attenzione sulla gravità dell’episodio, anche in considerazione di alcune denunce già presentate in passato dai titolari della ditta, da due anni attiva nella realizzazione delle opere complementari del nuovo ospedale di Vibo. Nel corso della riunione che si terrà mercoledì è probabile che verrano richieste misure “drastiche” per mettere in sicurezza il cantiere, come ad esempio la presenza dell’esercito.
«Sarà comunque un’estate impegnativa – ha detto ancora Falvo – ma come sempre vigileremo il territorio, sul litorale, sugli episodi di abusivismo, l’abusivismo dei lidi e l’occupazione del demanio. Il nostro impegno è sempre costante e agiremo in modo tempestivo e mirato». (redazione@corrierecal.it)
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