LAMEZIA TERME «Questo progetto cerca di ribaltare un paradigma: vedere i ragazzi che hanno una difficoltà non come un problema, ma come una risorsa». Gian Mauro Zumbo, referente del progetto “Coltiviamo il sociale” spiega così la ratio dell’iniziativa che ha preso il via oggi a Lamezia Terme. Un progetto che parte dall’idea di due aziende – “Statti” di Lamezia Terme e la “Ester Mignolli” di Catanzaro – e che è risultato tra le tre iniziative premiate in Italia nell’ultima edizione del premio nazionale “Coltiviamo agricoltura sociale”, promosso da Confagricoltura e Onlus Senior-L’Età della Saggezza con Reale Foundation.
«Il claim ispiratore di questo progetto – spiega Zumbo – è stato proprio quello di considerare questi ragazzi come portatori di felicità e trasformare un’azienda agricola in un luogo di permacultura, cioè un’area in cui questo portato di felicità possa trovare espressione. Ed oggi cerchiamo di mettere in pratica questo concetto». Così la Tenuta “Statti” di Lamezia si è trasformata in una sorta di avamposto dove far convivere diversità e biodiversità nell’intento di restituire la parola a chi da troppo tempo è stato accantonato.
Dove l’imperativo è cercare nuove formule di comunicazione con le persone, appunto, “portatrici di felicità”. «Abbiamo costruito dei luoghi all’interno dell’azienda – racconta Zumbo – che sono in grado di offrire espressione ed espressività a questo concetto. Ad esempio abbiamo avviato una terapia con gli animali. Non la solita pet therapy, ma un modo nuovo con cui si cerca di istaurare, utilizzando delle tecniche particolari, una comunicazione tra i ragazzi e i cavalli. Consentendo di avvicinarsi ad un modello di comunicazione diversa e conseguentemente cercando di migliorare la comunicazione con il resto del mondo».
Il progetto che, coinvolge 30 persone e si articolerà in due cicli alternati ogni quindici giorni, prevede anche l’avvio di tante altre attività: dall’orto sociale – in cui le persone coinvolte nell’iniziativa si cimenteranno con la collaborazione di anziani agricoltori nella messa a dimora di alcune colture – agli “orti giardino” in cui gli stessi insieme ad artisti, architetti paesaggisti e designer del verde realizzeranno piccole, ma significative opere di allestimento di aree con fiori e colori.
Un’iniziativa dunque “speciale” che diviene occasione di conoscere quell’universo parallelo costituito da chi sa comunicare solo felicità. Allo stato puro. Un progetto ambizioso reso possibile anche dalla piena sinergia con le tante realtà che operano in questo campo. «Si è arrivati a questo risultato – spiega il referente del progetto “Coltiviamo il sociale” – grazie alla collaborazione tra le aziende agricole e quella costellazione di strutture che si occupano di questo mondo come l’Associazione italiana persone down (Aidp), l’Associazione nazionale genitori dei soggetti autistici (Angsa), l’Unitalsi. Una collaborazione realizzata grazie alla propria specificità e che coinvolge anche i genitori dei ragazzi». Un aspetto quest’ultimo evidenzia Zumbo «particolarmente importante». «Uno degli obiettivi del progetto – conclude a questo proposito – è quello di associare al termine terapia l’aggettivo “ricreativo”. Dunque utilizzare la ricreazione come un momento terapico e viceversa».
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