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il processo

Maria Antonietta Rositani, in Appello disposta la perizia psichiatrica per l’ex marito

Nel 2019 l’uomo tentò di ucciderla dandole fuoco. Lo scorso luglio il gup di Reggio lo ha condannato a 18 anni di carcere

Pubblicato il: 08/06/2021 – 15:56
Maria Antonietta Rositani, in Appello disposta la perizia psichiatrica per l’ex marito

REGGIO CALABRIA La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha disposto una perizia psichiatrica per Ciro Russo, l’uomo che nel marzo 2019 tentò di uccidere la ex moglie, Maria Antonietta Rositani, dandole fuoco. L’udienza è stata rinviata al 23 giugno quando i giudici conferiranno l’incarico. Difeso dall’avvocato Antonino Catalano, l’imputato lo scorso luglio è stato condannato a 18 anni di carcere dal gup di Reggio Calabria.
Quando tentò di uccidere l’ex moglie, Russo era evaso dai domiciliari che stava scontando a casa dei genitori a Ercolano (Napoli) ed era arrivato a Reggio Calabria dove, in via Frangipane, ha prima speronato l’auto di Maria Antonietta e poi si è avvicinato allo sportello con una tanica di benzina che ha versato addosso alla donna. Una vendetta, ha scritto il gup nelle motivazioni, «per la fine della loro relazione, per la detenzione successiva alla denuncia sporta, nonché per l’intento di proseguire nell’azione legale, finalizzata alla separazione e all’affido esclusivo del figlio minore».
L’ex moglie, ustionata in gran parte del corpo, dopo avere lottato tra la vita e la morte, ha subito diversi interventi chirurgici ed è stata dimessa nel novembre scorso dopo 20 mesi di ricovero. Dopo averle dato fuoco Russo si era dato alla fuga ma il giorno successivo era stato arrestato dalla Squadra mobile nei pressi dell’ospedale. Nella sentenza di primo grado, il gup Valerio Trovato ha scritto che Russo aveva «pianificato nel dettaglio il progetto criminoso». Nel primo processo, l’avvocato di Russo aveva sollevato la questione della capacità di intendere e di volere del suo assistito sostenendo che, stando a una consulenza tecnica di parte, l’imputato «risulta affetto da disturbo paranoide della personalità, con spiccati tratti narcisistici, con stato di mente tale da compromettere la sua imputabilità al momento dei fatti». La tesi non aveva però convinto il gup secondo cui Russo, piuttosto, «ha dimostrato una lucidità e una freddezza inconsueta, sia nella fase della programmazione del tentato omicidio che in quella dell’esecuzione, non lasciando al caso alcun dettaglio, tanto da riuscire a scappare indisturbato da Ercolano, fino a giungere a Reggio Calabria per realizzare il suo brutale obiettivo e, successivamente, rendersi irreperibile per quasi due giorni, circostanze che poco si addicono ad un soggetto incapace di intendere e di volere».
Adesso sarà la perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Appello a chiarire se Ciro Russo, come sostiene il gup, abbia pianificato «nel dettaglio un progetto criminoso» caratterizzato da «un’assenza di qualsivoglia ripensamento critico dei propri atteggiamenti».

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