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Smaltimento illecito dei rifiuti: revocati i domiciliari a Salvatore Coscarella

Il Tribunale di Lecce, sezione Riesame, ha accolto la richiesta avanzato dall’avvocato Maurizio Nucci. Il 76enne cosentino, a maggio, aveva lasciato il carcere

Pubblicato il: 08/06/2021 – 16:17
Smaltimento illecito dei rifiuti: revocati i domiciliari a Salvatore Coscarella

LECCE Il Tribunale di Lecce, sezione Riesame, ha accolto la richiesta avanzato dall’avvocato Maurizio Nucci, difensore di Salvatore Coscarella. Il 76enne cosentino è indagato insieme ad altre 44 persone, che rischiano il processo, nell’ambito dell’operazione All Black. La decisione segue l’attenuazione della pena già decisa il 24 maggio scorso, quando l’indagato passò dal carcere agli arresti domiciliari.

Le indagini

Come risulta dalle informative di indagine del Noe dei Carabinieri di Torino (relativa all’indagine operata sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo pimontese, poi trasmessa alia Procura di Lecce per competenza territoriale) e del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di finanza di Taranto (sotto la direzione investigativa della Dda di Lecce), dal novembre 2018 al novembre 2019 i territori delle province di Lecce e Taranto sono stati teatro di numerosissimi episodi di traffico e smaltimento illecito di rifiuti di molteplici categorie (anche pericolosi), «indiscriminatamente e criminosamente sversati sul terreno (e in alcuni casi tombati o dati alle fiamme), in assenza di qualsivoglia regolarità amministrativa ed in spregio delle più elementari regale di salvaguardia e rispetto ambientale», il tutto a fine di lucro e in forma organizzata. Come evidenziato dal pm nella sua richiesta, si è trattato di un «traffico illecito complesso che ha coinvolto numerosi soggetti: produttori di rifiuti, trasportatori, intermediari, deputati allo scarico e alla ricerca dei siti dove far “sparire” i rifiuti». Tutto avveniva in regime di «concorrenza sleale nei confronti delle aziende che operano, invece, nella legalità». Basti pensare allo smaltimento legale di un container di circa 15 tonnellate di rifiuti pericolosi che comporta per l’impresa un costo medio di 10 mila euro. Utilizzando i canali illegali, invece, l’impresa «riuscirebbe ad abbattere i costi aziendali anche fino al 90%». Chi indaga ha accertato l’illecito smaltimento di quasi 600 tonnellate di rifiuti speciali e 22 pericolosi e acclarato il «dislivello concorrenziale tra le aziende produttrici del medesimo rifiuto». (f.b.)

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