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“Re Nudo”: Russo, Vitale e Coccimiglio a processo. Assolta Francesca Amoroso

La decisione del gup di Paola sulla posizione degli indagati coinvolti in un presunto sistema di corruzione nella sanità del tirreno cosentino

Pubblicato il: 10/06/2021 – 17:45
“Re Nudo”: Russo, Vitale e Coccimiglio a processo. Assolta Francesca Amoroso

PAOLA Diverse posizioni riviste, decine di assoluzioni e per molti imputati è stato disposto il «non luogo a procedere». Sono stati rinviati a giudizio una ventina di indagati, tra questi: Mario Russo, Antonia Coccimiglio ed Eugenio Vitale ma nei loro confronti sono caduti diversi capi di imputazione. E’ quanto ha deciso il gup del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia che si è pronunciata, dopo diverse ore di Camera di consiglio, sulla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati nel procedimento scaturito dall’inchiesta “Re Nudo”: una complessa attività investigativa originariamente di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e successivamente trasmessa alla Procura guidata da Pierpaolo Bruni e portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Scalea, guidati dal capitano Andrea Massari. Le indagini hanno disvelato un presunto sistema di corruzione nella sanità pubblica del Tirreno cosentino. Tra gli illeciti riscontrati: reati commessi nell’ambito della Commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante; reati commessi nell’ambito dell’attività di rinnovo delle patenti di guida; illeciti in materia di visite necroscopiche. Erano state 101 le persone iscritte nel registro degli indagati nel mese di dicembre del 2020. Poi la scrematura avvenuta nel corso delle fasi preliminari, e la decisione di una sola indagata nella scelta di sottoporsi al rito abbreviato, tutti gli altri – invece – hanno optato per il rito ordinario. Nel processo saranno presenti in qualità di parti offese: l’Inps, l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e la motorizzazione civile.

Il nodo intercettazioni

Il gup Elia, aveva disposto il divieto di utilizzazione di gran parte delle captazioni raccolte dagli investigatori e sui ci poggiavano le accuse rivolte agli imputati. Per il gup, non è stato possibile utilizzare le intercettazioni nei «procedimenti diversi da quelli per i quali le stesse sono state autorizzate, salvo quelle che risultino indispensabili per l’accertamento dei reati per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza». Il Giudice dell’udienza preliminare, aveva dichiarato, dunque, inutilizzabile la quasi totalità degli atti dal contenuto intercettivo presenti nel fascicolo del pm Maria Francesca Cerchiara costretto a rimodulare la propria requisitoria, in funzione del residuale compendio d’indagine. Il caso  -sollevato dai difensori degli indagati – riguarda la natura dell’operazione “Re Nudo”, successiva ma collegata all’inchiesta ed in cui emersero una serie di commistioni tra il mondo della politica e quello della criminalità organizzata attiva sul litorale tirrenico.

Il coinvolgimento di Mario Russo

Nelle pagine che compongono il corposo fascicolo d’indagine si legge che: «Le investigazioni hanno dimostrato come gli illeciti commessi da Mario Russo siano finalizzati sia al proprio arricchimento illecito e sia a mantenere ed incrementare il pacchetto di voti che egli movimenta in occasione delle varie consultazioni elettorali». Dalla scrivania di Mario Russo, ex sindaco di Scalea (indagato in qualità di dirigente dell’unità di medicina legale dell’Asp di Cosenza) – secondo l’accusa – passavano anche le autorizzazioni per i rinnovi della patente di guida, oltre a quelle per il rilascio dei certificati per l’idoneità nella detenzione ed il porto di armi.

L’assessore di Diamante

L’assessore comunale di Diamante Francesca Amoroso è stata assolta «perché il fatto non sussite». Per Amoroso, il pm della Procura di Paola Maria Francesca Cerchiara aveva invocato una pena di 2 anni e 4 mesi. I difensori dell’imputata hanno respinto le accuse della Procura e sostenuto che la loro cliente è estranea alle contestazioni. La decisione del gup ha confermato la tesi della difesa dell’imputata.

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