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l’anno accademico

Università “Mediterranea”, si rinnova l’offerta formativa. «Ripartire dalle sinergie»

Presentate le proposte l’anno 2021/22. Sempre più servizi agli studenti. Il rettore: «Cooperazione tra Atenei e con imprese per maggiore offerta occupazionale»

Pubblicato il: 10/06/2021 – 13:47
Università “Mediterranea”, si rinnova l’offerta formativa. «Ripartire dalle sinergie»

REGGIO CALABRIA «Riuscire a mantenere su questo territorio circa 5mila giovani, malgrado i fenomeni sociali che lo caratterizzano, penso che non sia cosa da poco». Su questa base si rinnova l’offerta formativa dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, che vede nella sinergia – tra gli Atenei e con tutti gli attori del territorio – la parola chiave di questa ripartenza.
La mattinata del 12 giugno, nell’Aula Magna “Quistelli”, ha visto protagonisti alcuni autorevoli rappresentanti dell’Ateneo reggino che hanno gettato le basi per l’anno accademico 2021/2022.
Un’offerta caratterizzata da 23 corsi di studio tra primo e secondo livello, che profilano 48 percorsi o indirizzi curriculari.

Da sinistra: Lucia Della Spina, Santo Zimbone, Giuseppe Zimbalatti, Antonio Vitetta

Zimbone: «Consapevolezza del potenziale di questo territorio»

Il rettore Santo Zimbone e Giuseppe Zimbalatti

Si riparte dall’esperienza della stagione appena passata, dove le Università hanno vissuto una transizione che rivendica un necessario rinnovo ed ampliamento dei servizi agli studenti.
Il rettore Santo Marcello Zimbone lo ha definito «un cantiere» dove si lavora per far crescere la «capacità di penetrazione» dell’Ateneo sulla base di due collegamenti: con le scuole (della provincia e non solo); con i presidi territoriali come Comuni o Gal.
«Il nostro punto di partenza – ha detto il rettore – è la consapevolezza del potenziale notevole del territorio, che deve esprimere una capacità non solo in termini di formazione ma anche di occupazione. Allo stato attuale può apparire una sfida, ma l’Università sta lavorando molto per creare opportunità che vedranno la luce attraverso l’attenzione che riscuoteremo dalle aziende».
Un collegamento diretto con le imprese, dunque, per permettere loro di attingere ai laureati della “Mediterranea”, «che non sono secondi a nessuno».
Fondamentale, in tal senso, è anche la sinergia tra i diversi Atenei, come testimoniato dai percorsi già attivati in collaborazione con l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e quelli da attivare. Zimbone lo definisce un “unicum” all’interno di una regione dove la condivisione delle forze è un elemento cruciale: «È necessario – dice – perché è già difficile operare su questo territorio. Se ci si mette insieme, tutto diventa più semplice».

Zimbalatti: «Servizi agli studenti nostra stella polare»

Aspetto rimarcato anche dal direttore generale Giuseppe Zimbalatti, che ha parlato di una offerta «rinnovata e ulteriormente qualificata nei settori chiave come ingegneria, architettura o agraria», ma anche ampliata, appunto grazie alle collaborazioni, per quanto attiene le facoltà di economia o giurisprudenza.  
In questo percorso, la «stella polare» sono i servizi agli studenti molti dei quali «potenziati così come le strutture».
«Una buona parte – aggiunge Zimbalatti – può beneficiare di borse di studio e servizi volti all’internazionalizzazione dei percorsi. E in questa fase dove c’è questa transizione al virtuale, investiamo molto per attualizzare l’offerta».
Il sistema bibliotecario di Ateneo dispone oggi di un patrimonio bibliografico di oltre 186mila volumi. Elementi che hanno portato la “Mediterranea” a piazzarsi al secondo posto della classifica Censis 2020 tra gli Atenei fino a 10mila iscritti.
L’obiettivo è dunque quello di confermarsi continuando a invertire la tendenza: «In una terra caratterizzata da un significativo esodo giovanile è necessario innalzare il livello culturale. Maggiore sarà il livello culturale, maggiori saranno le opportunità lavorative».
Presenti al tavolo anche Antonio Vitetta, prorettore delegato per la didattica e Lucia Della Spina, delegato del rettore per l’orientamento e il tutorato, che hanno contribuito a esporre in dettaglio il quadro delle novità. In sala alcuni docenti dell’Ateneo hanno invece evidenziato come le risorse e i percorsi di ricerca ne abbiano fatto un punto di eccellenza internazionale, com’è testimonianza il progetto del “Diies” (di cui responsabile scientifico è il professor Morello) unico finanziato con riguardo al connubio tra nuove tecnologie e metodi di contrasto al Covid-19.
«L’aspettativa – conclude il rettore – è di tornare alla normalità più ricchi di prima. Ci avvarremo di opportunità e metodi di lavoro che prima non erano consueti augurandoci che la piena ripresa non tardi troppo. La condizioni ci sono tutte. Va mantenuta la cautela, ma credo che ormai questa parabola si accinga alla fine». (f.d.)

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