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un mese dall’inchiesta

Alibante, un mese dopo. L’ex sindaco Gigliotti: «Da Nocera ancora un silenzio amaro»

Tempo di bilanci dopo l’inchiesta della Dda di Catanzaro. «Politica già alla carica. Forse sarebbe meglio riflettere per capire quello che è realmente accaduto»

Pubblicato il: 13/06/2021 – 9:17
di Giorgio Curcio
Alibante, un mese dopo. L’ex sindaco Gigliotti: «Da Nocera ancora un silenzio amaro»

LAMEZIA TERME Diciassette arresti, molti indagati, e un impianto accusatorio via via confermato anche dal Riesame. L’operazione “Alibante” portata a termine il 3 maggio scorso da Carabinieri su input della Dda della Procura della Repubblica di Catanzaro, ha inevitabilmente segnato un territorio, quello compreso tra Falerna e Nocera Terinese. Un blitz che ha messo in evidenza come e quanto una porzione della costa tirrenica catanzarese – come è emerso dall’inchiesta – fosse di fatto una sorta di feudo di boss e gregari, di persone insospettabili e figure ben nascoste nel tessuto sociale, soprattutto politico. È stata avviata dunque una stagione del tutto inedita, in grado di aprire scenari inattesi, sebbene sia ancora presto per tirare le somme, al netto degli sviluppi processuali. Ma un mese è un tempo considerevole per cercare di capire se nel solco lasciato libero dall’inchiesta della Dda c’è quanto meno la speranza di far germogliare un futuro differente. 

L’ex sindaco: «Silenzio frastornante»

 «Quello appena trascorso è stato un mese di silenzio frastornante da parte di tutti coloro i quali a Nocera hanno un ruolo istituzionale. Dal mondo delle professioni, alla Chiesa, ma anche gli uomini e i gruppi politici». È un bilancio netto quello di Fernanda Gigliotti, avvocato, ex sindaco di Nocera Terinese, da anni in prima fila tra denunce pubbliche e alle autorità competenti e che hanno da tempo tratteggiato un quadro poi effettivamente emerso nell’inchiesta Alibante. Una voce “fuori dal coro” ma che continua tuttora a riecheggiare. «Oggi, a distanza di un mese, questo è quasi un silenzio amaro, al di là degli aspetti penali. Non tocca alla politica giudicare o condannare, certo, è compito però della politica riprendere per mano una comunità, attivare canali di riflessione, condivisione e socialità. Per qualcuno è stato forse un legittimo stordimento per ciò che è accaduto, ma a distanza di un mese anche in seguito alla convalida di gran parte delle misure al Riesame, l’impianto accusatorio ha trovato effettivo riscontro. Siamo in una fase cautelare, ci mancherebbe, nessuna condanna anche perché sono una garantista da sempre e per tutti, ma sembra quasi come se fossimo in una bolla, in apnea, mentre invece dovremmo approfittarne di questa situazione. E ne prendo atto amaramente, forse la gente non ha capito cosa è accaduto, o non vuole capire e, se è così, il fatto di restare in apnea è forse una scelta ben ponderata e per questo preoccupante».

Politica già alla carica

Uno scenario, dunque, desolante quello descritto da Fernanda Gigliotti al Corriere della Calabria, anche perché a Nocera, forse la comunità più colpita da “Alibante”, alcuni pare stiano già pensando al futuro politico, voltando pagina come se nulla fosse mai accaduto.  «La politica, in questa fase, – ha detto la Gigliotti – anziché riflettere sulle proprie responsabilità per quanto accaduto, è già alla carica con cene e incontri elettorali come se fare una lista in queste condizioni o andare a votare ora sia la cosa più semplice da fare. Non è naturale, per me non lo è almeno in questa fase. Sarebbe meglio forse riflettere, ragionare e capire magari cosa è sfuggito di mano in questi anni». 

«Criticità evidenti già da molti anni»

Tra i segnali più allarmanti, poi, c’è una diffusa “solidarietà” con le persone coinvolte nell’inchiesta. Vicinanza che corre sui social network che mira quasi a screditare quanto fatto dagli investigatori e dalla Dda di Catanzaro. «In molti – sottolinea Fernanda Gigliotti – si stanno affannando ad esprimere la propria solidarietà. Forse è legittimo, ci mancherebbe, ma bisogna tener conto realmente di quello che è successo un mese fa. È evidente come ci siano state finora in questa comunità delle vere e proprie figure insospettabili, uomini presenti nel sociale, nell’associazionismo. Ma alcune realtà e alcune situazioni “critiche” erano evidenti a tutti e già da molti anni. Attività sotto il controllo dei clan e coperte da figure professionali insospettabili. E chi lo nega è un falso, nasconde la testa sotto la sabbia». 

Per Nocera un’altra estate al palo

A un mese, dunque, dal blitz “Alibante”, è doveroso non solo fare un bilancio su quello che è accaduto finora, ma anche delineare quelli che sono gli scenari di un futuro ormai imminente. A Nocera Terinese si è già insediata da tempo la commissione di accesso, proprio alle porte di una nuova stagione estiva che, anche quest’anno, si preannuncia complicata. «Sul litorale – spiega la Gigliotti – in molti Comuni ci sono diverse realtà imprenditoriali che fanno registrare grandi presenze, offrono servizi e intrattenimento. Danno dunque una visione di qualità della stagione estiva. Ci sono lungomari, come Gizzeria e Falerna. C’è Campora, Amantea, luoghi dove trovarsi e ritrovarsi. Insomma, realtà economiche consolidate. A Nocera invece, nel corso degli ultimi vent’anni, nonostante il lungomare, nessuno è stato in grado di creare strutture di qualità perché qui nulla è contendibile, perché qui su tutto c’è un controllo asfissiante. Ci sono lotti assegnati sulle spiagge che non sono mai entrati in funzione sul litorale di Nocera». «L’unico elemento di libertà, di idea di una stagione balneare migliore di quelle passate – e questo la Gigliotti se lo intesta personalmente – è avvenuto solo nel 2017 quando ho messo in sicurezza il depuratore e il mare è stato di una cristallinità mai vista, anche perché nel 2016, solo qualche mese prima, avevo disposto l’abbattimento di quell’ecomostro che ha poi liberato l’insenature naturale della costa». «Per il resto – chiosa la Gigliotti – sarà sicuramente una stagione sottotono così come lo è da tanti anni, da troppo tempo. Non credo, ad esempio, ci siano depuratori controllati o tutele virtuose della costa in questo periodo. Qui si è allentato tutto, forse troppo». (redazione@corrierecal.it)

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