Peggio di Cetto La Qualunque, quando nelle vesti del politico calabrese doveva scegliere il candidato ad un posto pubblico… Il centrosinistra a guida Pd-Cinquestelle, sta dando il peggio di sé,,. Non siamo neppure al toto-nomi, ma a una squallida riffa di paese. L’ultimo identikit tracciato è il seguente: donna, proveniente dalla società civile. Preferibilmente imprenditrice… Ed ecco spuntare il nome di Gloria Tenuta. E’ una bella signora sessantenne, cavaliere del lavoro, laurea alla Bocconi, testa e motore di Gias, una impresa che produce verdure surgelate (anche a Km0) esportati in Usa e Germania… Il “no grazie” è probabile… E allora, dicono sempre i padroni della riffa, donna per donna prendiamo una giornalista. Paola Militano, editrice e direttrice del Corriere della Calabria, il più accreditato quotidiano on-line della regione. Ma la Militano ha condito il suo no con un editoriale di fuoco… E allora se giornalista deve essere, ma sempre donna, attingiamo ai giornali nazionali. Il nome fatto girare è quello di Giovanna Vitale, sangue calabro e “firma” delle pagine politiche di Repubblica. Anche lei avrebbe detto no… Esaurite donne imprenditrici, giornaliste, e varie, rimane l’ultima spiaggia: una donna magistrato. Il nome che in queste ore corre spedito verso le fiamme del rogo è quello di Gabriella Reillo, magistrato presso la Corte di Appello di Catanzaro… Il suo nome non sarebbe sgradito al M5s. Infine, si affaccia… il nome della “sardina” Jasmine Cristallo… Per quanto riguarda invece i candidati di sesso maschile, sono più i no certi e netti, rispetto ai sì. L’editore Florindo Rubbettino (vi avevo già detto no un anno fa). Nuccio Ordine, filosofo e docente universitario… Rimane in corsa Maurizio Talarico, produttore di cravatte apprezzate in tutto il mondo. Del resto anche Giuseppe Conte lo vuole. “Dobbiamo trovare un grande interprete per il progetto di risveglio culturale della Calabria”, ha detto l’ex premier da Napoli… E dalla Calabria immediata è arrivata la doccia gelata dei parlamentari Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, più alcuni consiglieri regionali.
Articolo tratto da “Il Domani”
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