LAMEZIA TERME «Era prevista solo un’assemblea ma i tirocinanti, visti gli ultimi emendamenti del governo e visti gli ultimi riscontri, hanno deciso di mobilitarsi». Lo dice al Corriere della Calabria Saverio Bartoluzzi dell’Unione sindacale di base (USB) ed effettivamente questa mattina alcune centinaia di persone si sono riunite, tra slogan, striscioni e bandiere, per protestare contro quello che si preannuncia, dicono, come «un nuovo anno di agonia, schiavizzati negli enti della funzione pubblica». Un problema che si ripete di fatto ogni anno, eppure sembra complicato (se non impossibile) risolverlo definitivamente. E così il destino di migliaia di persone e famiglie rimane appeso al filo della precarietà.
In tanti, partendo da Sant’Eufemia e diretti all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, scortati dalle forze dell’ordine e cercando di mantenere le distanze di sicurezza, hanno deciso di scendere in strada e dire basta alle promesse del governo della Regione Calabria e a quello nazionale. «Stanno cercando anche di dividere i tirocinanti stessi, metà contrattualizzati e metà costretti ancora a subire per l’ennesima volta una proroga. Basta, anche perché in questa fase, il governo deve risponderne e assumersi le proprie responsabilità». In Calabria i tirocinanti sono poco più di 6.500, divisi in diverse categorie come Miur, Mic, la Giustizia e i TIS dell’inclusione sociale che coprono la funzione pubblica come Comuni, Provincia e Regione. «Li troviamo – spiega ancora Bartoluzzi – nelle Asp, nelle Asl, negli archivi, nei musei, nei tribunali, ovunque. Quelli del Miur e quelli della Giustizia, sono abbandonati da 15 mesi nello stato di disoccupazione e, nel momento in cui dovessero trovare una piccola occupazione, sarebbero subito esclusi dal tirocinio».
In Calabria, dunque, 6.500 famiglie vivono senza contributi, senza diritti, correndo anche il rischio di non potersi permettere di ammalarsi. «Si sentono umiliati e schiavizzati, un lavoro subordinato a comando e non può funzionare così. I tirocinanti non devono sostituire nessun dipendente pubblico, stanno facendo solo un tirocinio e i sindaci sono i primi a chiedere la proroga. Noi vogliamo la stabilizzazione e la contrattualizzazione di tutti quanti». Lamezia, avvertono, è solo l’inizio. Le prossime manifestazioni saranno organizzate in tutte le altre province nei prossimi giorni. (redazione@corrierecal.it)
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