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Imprenditori vicini al clan Piromalli, sequestrati beni per 3 milioni

Nel mirino aziende, immobili e conti di Furfaro e Alampi. Le indagini della finanza nell’ambito dell’operazione Galassia della Dda di Reggio

Pubblicato il: 16/06/2021 – 9:05
Imprenditori vicini al clan Piromalli, sequestrati beni per 3 milioni

REGGIO CALABRIA Militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni, costituto da compendi aziendali, beni immobili e rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, nei confronti di Santo Furfaro, 55 anni, e Rocco Alampi, 40 anni, imprenditori indiziati di contiguità allo storico casato di ‘ndrangheta territorialmente denominato “Cosca Piromalli”, egemone nella Piana di Gioia Tauro.

I sequestri dell’operazione “Galassia”

La figura criminale dei proposti emerge dalle attività di indagine esperite, nell’ambito dell’operazione “Galassia”, a conclusione della quale erano state arrestate 20 persone, tra i quali sia Furfaro – proprio per i collegamenti economici con la “Cosca Piromalli” – sia il socio Rocco Alampi, con ruolo organizzativo vicario nelle aziende. In tale occasione erano state inoltre sequestrate 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio italiano, 33 siti web nazionali e internazionali, numerosi immobili, automezzi e conti correnti italiani ed esteri, nonché innumerevoli quote societarie e disponibilità finanziarie riconducibili ai predetti.

Sigilli a beni per oltre 3 milioni di euro

A tal riguardo, il Gico del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e lo Scico di Roma, hanno eseguito su delega della locale Dda – con il coordinamento del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del pm Stefano Musolino – mirate indagini economico-patrimoniali sul conto, tra l’altro, degli odierni proposti e dei rispettivi nuclei familiari. In tale contesto, valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese, la pertinente attività investigativa ha consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale dei proposti e dei rispettivi nuclei familiari.
Alla luce di tali risultanze, in aderenza alle ipotesi investigative delle Fiamme Gialle e della locale Dda, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta da Ornella Pastore – ha disposto nei confronti degli imprenditori in rassegna la misura cautelare del sequestro avente ad oggetto il relativo patrimonio illecitamente accumulato, costituito da 4 imprese commerciali comprensive dell’intero patrimonio aziendale, 10 fabbricati, 5 terreni, 2 autoveicoli, 1 motoveicolo, 9 polizze assicurative, nonché ulteriori disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.

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