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Caos tirocinanti, nuova protesta: bloccata la SS106 nella Sibaritide

Gentile (Usb): «La politica si assuma le sue responsabilità, non abbasseremo la testa. Domani manifesteremo davanti al Consiglio regionale»

Pubblicato il: 17/06/2021 – 10:44
Caos tirocinanti, nuova protesta: bloccata la SS106 nella Sibaritide

SIBARI Sono settemila i tirocinanti calabresi che prestano servizio da più di dieci anni negli enti pubblici, privati e Ministeri (Giustizia, Miur e Mibact) che «pur svolgendo un’attività essenziale, rimangono lavoratori fantasma, senza una prospettiva futura di regolarizzazione».
È questa la base della protesta inscenata questa mattina sulla statale 106, al bivio dei Laghi di Sibari. Dopo il segnale inviato a Lamezia Terme nei giorni scorsi, hanno manifestato i circa cento tirocinanti di Corigliano Rossano e della Piana di Sibari.

I tirocinanti di Corigliano Rossano: «Siamo lavoratori in nero legalizzati»

«Il nostro comune è l’ente che ci ospita – riferiscono in una nota – siamo lavoratori che hanno perso il lavoro, entrati prima nelle politiche passive (mobilità in deroga fino a luglio 2014), trasferiti poi nelle politiche attive del lavoro, tirocini il cui obiettivo principale è finalizzato al reinserimento del disoccupato nel mondo del lavoro. La nostra attività, quattro ore al giorno per cinque giorni, è indispensabile in quanto serve a coprire la carenza di personale nei vari settori in cui operiamo. Siamo lavoratori, ma a differenza degli altri a noi non spetta nessuna garanzia, molti di noi sono madri e padri di famiglia, tanti ultra cinquantenni appartenenti a nuclei che vivono con questo rimborso spese di 500 euro mensili accreditate sul conto bancario ogni bimestre. Finora siamo stati manodopera a basso costo, da utilizzare a piacimento; per i politici che si sono succeduti, siamo diventati un bacino di voti facili da ottenere, persone da convincere e da gestire facendo false promesse di stabilizzazione».

«In poche parole – insistono – siamo lavoratori in nero, legalizzati da un sistema che prima ci crea e poi ci distrugge, serviamo solo a giustificare i fondi investiti. In tutti questi anni i vari governi regionali e nazionali non sono stati capaci di restituirci la vera dignità di lavoratori. Nonostante l’Italia stia vivendo uno dei periodi più bui dell’ultimo dopoguerra, abbiamo notato che il vento sta cambiando, il nuovo governo sta concentrando la propria attenzione verso il meridione della nostra nazione».
L’intento che ha spinto i tirocinanti a scendere in piazza «è quello di far sentire la nostra voce e portare a conoscenza del governo da Voi rappresentato che la nostra problematica, dopo tanti anni di sacrifici, di lotte, di negazione dei diritti è tutt’ora irrisolta. Oggi il Governo Nazionale e la Regione Calabria hanno un’occasione unica, attraverso i mezzi finanziari del Recovery Plan, per darci una contrattualizzazione vera e propria. Questa volte crediamo che, grazie alle Vostre capacità e alla Vostra sensibilità, concretamente, ciò possa avvenire e realizzarsi».

Gentile: «La politica si assuma le sue responsabilità. Domani manifesteremo a Reggio»

«Dopo circa un’ora – ha aggiunto Ferdinando Gentile del sindacato Usb di Cosenza che ha organizzato la manifestazione – abbiamo sciolto il blocco perché il segnale che volevamo inviare è arrivato. Vogliamo denunciare il silenzio e la complicità della politica per la situazione che stanno vivendo i tirocinanti calabresi. Dopo il blocco di Lamezia Terme volevamo lanciare un messaggio chiaro anche dalla Sibaritide. Non abbasseremo la testa, non faremo passi indietro e domani (venerdì, ndr) manifesteremo a Reggio Calabria davanti a Palazzo Campanella. La politica si assuma le sue responsabilità, la priorità rimane la contrattualizzazione, misura minima di dignità». (lu.la.)

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