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paradossi italici

Il palazzo dell’ex tribunale di Rossano inutilizzabile (?) fino al 2035 – VIDEO

Un cortocircuito fra Mef, Ministero della Giustizia e tribunale di Castrovillari blocca la restituzione del bene al comune di Corigliano Rossano

Pubblicato il: 17/06/2021 – 6:50
di Luca Latella
Il palazzo dell’ex tribunale di Rossano inutilizzabile (?) fino al 2035 – VIDEO

CORIGLIANO ROSSANO Non sarebbe l’Italia di oggi se non fosse densa di paradossi, di cortocircuiti, di sprechi e risorse lasciate andare in malora. Soprattutto quando c’è di mezzo il “pubblico”, uffici o beni pubblici che siano, rapporti fra ministeri che nemmeno si parlano fra loro ed enti locali. Una babele di livelli, ognuno dei quali scarica sugli altri responsabilità e competenze nel mentre i giorni, i mesi, gli anni, passano impietosi.
In questo vortice finiscono patrimoni gestiti dalla res publica, mobili ed immobili. Soldi che tornano al mittente per quella cronica incapacità di saperli gestire o edifici lasciati all’incuria, poco importa, è l’Italia delle mille contraddizioni.
Un Paese paralizzato dalla burocrazia che attanaglia piccole e grandi cose e che consente con naturalissima nonchalance di trascurare un immobile per decenni sede di tribunale, di proprietà pubblica.
È il caso dell’ex palazzo di giustizia di Rossano, oggi in mezzo ad un contenzioso triangolare fra Ministero della Giustizia, Ministero dell’Economia e tribunale di Castrovillari che non consente al proprietario, il comune di Corigliano Rossano, di recuperarlo nelle forme più opportune.
Sei piani, decine di aule e uffici, certamente più grande del foro dal quale è stato ingiustamente assorbito, oggi langue lì, in zona Santo Stefano, a Rossano Alta, da poco meno di dieci anni. È inerme. Non è dato sapere per quale grazia ricevuta siano state concesse due stanze che fungono da archivio di vecchie pratiche degli uffici urbanistici, mentre per un altro miracolo apre i suoi battenti quando v’è da ospitare due sezioni elettorali.
Eppure potrebbe servire per accogliere uffici, facoltà universitarie, intere scuole, se solo si volessero adottare politiche di recupero dei centri storici. Ed invece niente. Se tutto andrà per il verso “giusto”, fino al 2035. Per quella data, però, senza manutenzione sarà ormai irrecuperabile.
Intanto le ultime interlocuzioni fra comune e ministeri, proprio per tentare di dipanare la matassa burocratica che attanaglia l’immensa struttura, risalgono alla sindacatura Mascaro. È lui l’ultimo sindaco che prova a chiedere lumi al ministero della Giustizia nel tentativo di rientrare nel pieno possesso – paradossale – dell’immobile comunale.

Le lettere dell’ultimo sindaco che si è occupato della vicenda: Stefano Mascaro

La prima missiva inviata all’allora presidente del tribunale di Castrovillari, Caterina Chiaravalloti, al Ministero della Giustizia, al dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi, alla direzione generale delle risorse materiale dei beni e dei servizi, risale a qualche mese dopo l’insediamento: il 5 dicembre 2016. «Questo ente – scrive Stefano Mascaro – sta perseguendo con decisione una politica di valorizzazione del patrimonio, ormai ineludibile ed indifferibile nell’ambito di una oculata gestione delle risorse e di riduzione delle spese. Per tali motivi si ha urgenza di rientrare nella piena disponibilità dell’edificio già adibito a sede del glorioso tribunale di Rossano. Peraltro la prolungata chiusura e la mancanza di manutenzione determinano inevitabilmente il degrado dell’immobile».

L’Amministrazione Mascaro il 30 ottobre 2017 risponde ad una comunicazione del tribunale di Castrovillari dalla quale si apprenderebbe che l’immobile potrebbe essere interessato da residui di mutuo contratti fra inizi degli anni ’90 per la costruzione della torre centrale di sei piani e dei primi anni 2000.
La risposta che Mascaro fornisce agli uffici giudiziari castrovillaresi, è imbarazzante. «Facendo seguito alla vostra p.v. del 13 gennaio 2017, si comunica che da una ricerca effettuata è emerso che il Comune di Rossano non ha in ammortamento alcun mutuo passivo con la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Nello specifico su quattro posizioni di mutuo riguardanti gli uffici giudiziari, le rate di ammortamento risultano in essere a carico del Ministero dell’Economia e delle Finanze». A quel punto l’ex sindaco di Rossano specifica anche cosa e quanto sia a carico del Mef: «Posizione numero 4241020/00 concesso in data 26 novembre 1992 di 4.347.719,23 euro, porta come data di fine ammortamento il 31 dicembre 2035; 4241020/0i del 26 novembre 1992 di 129.962,00 euro, porta come data di fine ammortamento il 13 dicembre 2035; posizione 4423477/00 concesso in data 28 novembre 2002 di 231.775,00 euro, porta come data di fine ammortamento il 31 dicembre 2017; posizione 4423477/01 concesso in data 25 novembre 2003 di 284.051,00, porta come data di fine ammortamento il 31 dicembre 2018».

Dopo aver elencato le pendenze, non a carico dell’allora comune di Rossano e quindi oggi di Corigliano Rossano, ma del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Mascaro conclude la sua ultima comunicazione chiedendo alla Conferenza permanente degli Uffici giudiziari di Castrovillari di «determinarsi nel senso di far rientrare nel possesso esclusivo del Comune di Rossano l’immobile de quo per il rilascio del prescritto nulla osta ministeriale sulla scorta del fatto che questo ente non deve assolvere a nessun obbligo derivante dal finanziamento concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti».
Dopo questa missiva il 29 dicembre dello stesso anno invia anche una diffida al Ministero della Giustizia, Orlando.

Il palazzo del tribunale oggi

L’edificio secondo il dirigente al Patrimonio il comune di Corigliano Rosano, Danilo Fragale, ad oggi si trova «in una situazione di inutilizzo a seguito della riforma della geografia giudiziaria, nonché in ragione di complesse procedure amministrative finalizzate a chiarire le rivendicazioni formalizzate dal Ministero, asseritamente portatore di diritti rispetto all’utilizzo del richiamato Palazzo di Giustizia. La corrispondenza esistente agli atti e confermativa delle interlocuzioni intercorse tra il Ministero e l’Ente Comunale, comprova anche la volontà dell’Ente medesimo di recuperare in pieno la disponibilità dell’edificio, tanto che quest’ultimo è stato di recente indicato quale luogo ove potrebbe essere aperto un ufficio di prossimità in materia di giustizia.

Ad oggi l’edificio è tra i beni di proprietà Comunale catalogato quale disponibile essendo di proprietà comunale ma non nella disponibilità di altro Ente, in quanto, nonostante non sia più sede di Uffici Giudiziari, non è stata ancora svincolata la disponibilità in favore dell’Ente Comunale da parte del Ministero della Giustizia. Attualmente all’interno dell’immobile e, segnatamente, al piano terra, risultano debitamente allocati diversi fascicoli dell’archivio storico dell’area tecnica e ciò anche al fine di decongestionare le stanze degli uffici comunali già occupate dall’archivio corrente. Pertanto ad oggi l’immobile è utilizzato solo in parte, previa autorizzazione, dall’Ente come sede di una parte dell’archivio storico comunale e come seggio elettorale in occasione di elezioni. È a mia conoscenza la circostanza che la attuale Amministrazione Comunale sia impegnata nel tentativo concreto di superare le indicate difficoltà burocratiche, attualmente di ostacolo ad una piena utilizzazione del bene immobile in favore degli interessi della Città».

Il (nulla) dopo Mascaro

Da quanto risulta dagli incartamenti epistolari, dunque, l’attuale amministrazione comunale a guida Stasi non sembra aver continuato a perorare la causa relativa alla riappropriazione dell’edificio che ospitava il tribunale avviata da Stefano Mascaro. Né per quel che riguarda la restituzione dell’immobile alla comunità, né nella direzione dell’istituzione – e non un’anacronistica riapertura – di quello che dovrebbe essere il tribunale di Corigliano Rossano. Ma questa è un’altra triste storia. (l.latella@corrierecal.it)

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