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l’inchiesta

Dallo stoccaggio agli ingenti carichi non autorizzati: il business dei rifiuti nel campo rom di Scordovillo

I filmati mostrano le attività di carico e scarico di materiale ferroso, rottami, elettrodomestici, reti da letto e cavi elettrici

Pubblicato il: 18/06/2021 – 12:27
di Giorgio Curcio
Dallo stoccaggio agli ingenti carichi non autorizzati: il business dei rifiuti nel campo rom di Scordovillo

LAMEZIA TERME Un’ingente quantità di rifiuti gestita abusivamente e in assenza, o comunque violando, le autorizzazioni concesse. È il quadro emerso dall’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro e che ha portato all’alba di oggi all’arresto di 29 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, in particolare dei reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, oltre che di furto aggravato e violazione di sigilli.

Le indagini

Sono i filmati registrati dagli inquirenti dall’8 agosto al 28 settembre 2019, a Lamezia Terme, ad inchiodare Alessandro Bevilacqua, Cosimo Bevilacqua, Mario Bevilacqua e Damiano Bevilacqua, finiti in carcere, oltre ad Enzo Bevilacqua e Giosuele Bevilacqua, finiti ai domiciliari, come Liberato Acanfora, Orazio La Torre, Aldo Sgromo, Elia Gullo e Lucio Fabiani. I controlli, il pedinamento degli autocarri per individuare la destinazione dei carichi di rifiuti, hanno permesso di risalire all’impresa individuale “Bevilacqua Alessandro”, autorizzata al trasporto di rifiuti pericolosi e non fino ad un massimo di 30 Kg/litri al giorno, prodotti di risulta di altre attività primarie svolte dalla stessa azienda. 

Carichi di rifiuti superiori a quelli autorizzati

In questa circostanza, rilevano gli inquirenti, l’azienda poteva occuparsi solo di materiale ricavato da costruzioni e ristrutturazione degli edifici e quindi non di compravendita e trasporto di rifiuti per conto terzi. Nel corso delle indagini, e analizzando le comunicazioni Inail, è però emerso come la ditta, in tutto il 2019, non abbia denunciato l’apertura di alcun cantiere o nuovi lavori. Ma non è tutto. Dai formulari analizzati, infatti, risulta come l’azienda avesse conferito per ogni trasporto registrato ingenti quantitativi di rifiuti, dagli 820 ai 2.000 kg, di gran lunga superiori rispetto alla soglia consentita.

rifiuti campo rom scordovillo

Sede a Scordovillo inesistente

Inoltre, sebbene la sede dell’azienda fosse indicata all’interno dell’accampamento rom di Scordovillo, di fatto non esiste alcuna struttura neanche simile ad uno stabilimento o un luogo di produzione di rifiuti. Dalla visione dei filmati è invece emerso come le operazioni di separazione, stoccaggio e separazione dei rifiuti avvenissero sul terreno del campo rom, senza alcun titolo di autorizzazione per il deposito, anche temporaneo, dei rifiuti. Al centro delle indagini, dunque, c’è l’azienda di Alessandro Bevilacqua che, dalle documentazioni Inps, non riporta alcun lavoratore dipendente.

I filmati

Eppure, così come dimostrato dai filmati degli inquirenti, è apparso da subito evidente come all’attività dell’azienda partecipassero una serie di persone. Tra loro, ripreso in almeno 12 occasioni diverse, c’è Enzo Bevilacqua, intento a guidare il furgoncino carico di rifiuti ferrosi mentre si allontana dal campo con il cassone pieno, per poi rientrare privo di carico; c’è Cosimo Bevilacqua, ripreso 18 volte e in differenti giornate, anche lui alla guida di un mezzo carico di rifiuti ferrosi; c’è Mario Bevilacqua, ripreso cinque volte; Giosuele Bevilacqua, ripreso anche lui sette volte e Damiano Bevilacqua, ripreso tre volte, anche lui come gli altri, alla guida di un furgoncino, mentre scarica e carica dal campo materiale ferroso, rottami, elettrodomestici, reti da letto, scarti di ferro e cavi elettrici. 

Le aziende coinvolte

Nel corso dell’attività investigativa sono stati ricostruiti anche i percorsi effettuati dai carichi di materiale di scarto e i destinatari. C’è ad esempio la “Società Rottami Metallici e Ferrosi” di Luciano Silipo S.r.l. di cui risultano responsabili tecnici Liberato Acanfora, Concetta e Raffaela Silipo. In particolare sono state registrate le operazioni di scarico il 26 e 31 agosto e 9 settembre 2019, senza che fossero però tracciate. C’è poi la “Eco Power” s.r.l., di cui risulta amministratore unico Lucio Fabiani, Aldo Sgromo direttore tecnico e Elia Gullo responsabile tecnico. Anche in questo caso è stato accettato un carico di rifiuti dalla ditta “Bevilacqua Alessandro” senza alcuna autorizzazione. E, infine, c’è anche la società “Eco Futuro” s.r.l. di cui risulta legale rappresentante Orazio La Torre, anche responsabile tecnico insieme a Liberato Acanfora. L’azienda, come ricostruito dagli inquirenti, ha ricevuto rifiuti da ritenersi irregolari il 13, 19, 20 e 21 agosto 2019 dalla ditta “Bevilacqua Alessandro”. (redazione@corrierecal.it)

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