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il malcontento

I mal di pancia nella Lega per i privilegi del “reuccio” Spirlì

Base e dirigenti infastiditi dal “regalo” di Salvini al vicepresidente. «Si vede già seduto sul suo trono senza misurarsi con le urne»

Pubblicato il: 18/06/2021 – 12:07
di Ugo Floro
I mal di pancia nella Lega per i privilegi del “reuccio” Spirlì

CATANZARO «Ma dove si è mai visto che uno venga indicato prima delle elezioni vicepresidente della giunta regionale e gli altri debbano raccogliergli i voti?».
Il clamoroso privilegio di stampo castale che Matteo Salvini, proprio lui che certe pratiche le aborriva, ha regalato a Nino Spirlì unendolo in ticket nuziale a un non eccessivamente raggiante Roberto Occhiuto, proprio non va giù a molti, non trova gradimento nel corpaccione già malandato del Carroccio calabro.
Eppure occorrerà che i malpancisti della dirigenza leghista se ne facciano una ragione, perché le decisioni del Capitano si trangugiano alla cieca, non si discutono, non ammettono dibattito preventivo e obiezioni successive, anche quando siano palesemente fuori dai canoni della politica.
E tuttavia il (nuovo) malessere che si respira tra i ranghi del Carroccio nostrano per l’assegnazione a Spirlì della carica di vicepresidente nel più che probabile nuovo governo di centrodestra, senza che l’attuale facente funzioni debba candidarsi alle regionali d’autunno, rischia seriamente di trasformarsi in una bomba elettorale pronta a esplodere a ottobre.
«Regalare a Nino la seconda carica della regione senza imporgli, come farebbe ogni partito serio, di misurarsi democraticamente con le urne, allunga le distanze della Lega da quel principio di meritocrazia cui Salvini dice di tenere molto», sussurra più di un dirigente, ma soprattutto genera frustrazione e discriminazione tra quanti saranno chiamati a portare i voti in cascina, «nel mentre il “reuccio” se ne starà comodo a guardarci dall’alto verso il basso sul suo trono».
Ma la regalia di Salvini è pericolosa anche perché certifica ancora una volta, nel silenzio servile dei più, la lontananza spaventosa del Capitano dalla carne viva dei problemi che affliggono la sua Lega calabrese; criticità, vedi l’emorragia tutt’ora in corso di militanti, che non possono essere certo risolte con la sola politica del gelato a sorpresa a Pizzo.
«Passi – vien detto al cronista – avere sbagliato il commissario regionale una volta, aver ripetuto l’orrore più che l’errore mettendo sulla tolda di comando una triade sfilacciata e col vizio della epurazione facile, ma regalare un altro trono gratis a una delle principali cause del nostro declino, è imperdonabile».

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