ROMA «Le fonti non si possono rivelare, senza se e senza ma. Valutate coi nostri esperti la sentenza del Tar Lazio e l’annunciata volontà della Rai di rivolgersi al Consiglio di Stato sulle questione che riguarda “Report” e sentito informalmente l’esecutivo, domattina conferirò mandato ad un legale per un ricorso ad adiuvandum da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti». Così il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, che interviene su quello che è diventato, oramai, il “caso Report”, dopo che il Tar del Lazio ha ordinato alla trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci di rivelare le sue fonti dando ragione all’esposto di un avvocato milanese, Andrea Mascetti, citato in un’inchiesta di “Report” – “Vassalli, valvassori e valvassini”, firmata da Giorgio Mottola – sugli appalti lombardi.
«La decisione, impugnabile, – incalza Verna – appare in netto contrasto non solo coi nostri principi deontologici, ma proprio col concetto di giornalismo in qualunque Paese democratico. Confidiamo che il Consiglio di Stato accolga la nostra istanza di essere in giudizio dopo che la Corte Costituzionale ci ammessi in quello di legittimità sulla pena edittale assurda del carcere per diffamazione (udienza decisiva martedì 22) riconoscendo che l’ordine dei giornalisti è “titolare di un interesse qualificato inerente in modo diretto e immediato al rapporto dedotto in giudizio”». (testo e foto da giornalistitalia.it)
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