PAOLA Continua il processo legato alla morte di Aneliya Dimova, donna di origini bulgare ma residente a Belvedere Marittimo, uccisa la notte tra il 30 agosto e l’1 settembre 2020. All’odierna udienza dinanzi la Corte d’Assise di Cosenza, il presidente Lucente (a latere De Vuono) ha ritenuto sufficientemente specificata l’imputazione dell’aggravante dei motivi abbietti e futili, per come integrata dall’intervento del pm, sollecitato dai rilievi di nullità – nella precedente udienza – dal difensore Alberto Grimaldi, legale di Giuseppe Andrea Renda, ritenuto dall’accusa responsabile del delitto. Nell’ambito delle questioni preliminari, inoltre, è stata accolta l’eccezione, dell’avvocato Grimaldi, di espunzione dal fascicolo del giudizio degli accertamenti dattiloscopici e delle consulenze tecniche – informatiche e criminalistiche, tutte con i relativi allegati, in quanto atti ripetibili e, come tali, ai sensi dell’art. 431 cpp, non utilizzabili nel fascicolo. L’avvocato Grimaldi, infatti, ha sostenuto la ripetibilità di tali atti, raccolti e formati nella fase delle indagini da parte del pm, in quanto costituenti operazioni meramente meccaniche e riproducibili per un numero indefinito di volte senza comprometterne gli originali. Tali atti, pur definiti nelle indagini come “irripetibili”, per loro stessa natura non dovevano considerarsi tali e, conseguentemente, vietata l’acquisizione al fascicolo del giudizio.
Prima dell’apertura del dibattimento non è stata accolta la richiesta di abbreviato condizionato e secco, riformulata dalla difesa e neanche l’eccezione di incostituzionalità della norma che nega l’accesso al rito premiale in presenza di un’accusa che preveda astrattamente la pena dell’ergastolo. Sono state ammesse le prove richieste da tutte le parti e il processo è stato rinviato al prossimo 16 luglio quando saranno sentiti i primi testi del pm, in particolare i Carabinieri intervenuti sul posto, oltre che per il conferimento dell’incarico al perito tecnico per la trascrizione di alcune conversazioni telefoniche, richieste dallo stesso pubblico ministero.
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