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la sentenza

Concussione e falso, Massimo Cundari condannato a 5 anni

La decisione della Corte d’Assise nei confronti dell’ex capo dei vigili del fuoco di Cosenza. Il pm aveva chiesto 7 anni

Pubblicato il: 22/06/2021 – 16:50
Concussione e falso, Massimo Cundari condannato a 5 anni

COSENZA La Corte d’Assise di Cosenza, ha condannato a cinque anni di reclusione l’ex capo dei vigili del fuoco di Cosenza, Massimo Cundari. La sentenza è arrivata nel pomeriggio. Per Cundari, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, il pm aveva invocato una pena di sette anni di reclusione. La difesa ha richiesto ed ottenuto che le attenuanti generiche fossero prevalenti rispetto alle aggravanti e per questo motivo la pena è stata inferiore alla richiesta precedentemente avanzata dal pubblico ministero. Il gup del Tribunale di Cosenza, Salvatore Carpino, ha rigettato la richiesta di sospensione della custodia cautelare e dunque, Cundari resta agli arresti domiciliari.

L’indagine

Massimo Cundari è stato coinvolto nel processo perché accusato dei reati di concussione, falso in atto pubblico, induzione indebita a dare o promettere utilità. A mettere nei guai l’ex comandate dei vigili del fuoco è stata la denuncia di un imprenditore che nel corso degli anni si era interfacciato con il vertice della caserma cosentina per avviare le pratiche utili all’apertura di un impianto per il trattamento di gas in provincia di Cosenza. L’imprenditore, prima di presentare una regolare denuncia all’arma dei carabinieri aveva registrato uno degli incontri avvenuti con Cundari e nel quale lo stesso avanzava una richiesta di denaro per ottenere dei certificati necessari per avviare l’attività imprenditoriale. Richieste che poi, per come emerge dagli atti d’indagine sono state ripetute nel tempo da parte di Massimo Cundari. In tutto, l’imprenditore avrebbe versato al dirigente dei Vigili del Fuoco 8mila e 500 euro. Di questi però, soltanto l’ultima tranche di 2mila e 500 euro è stata trovata in possesso dell’indagato, fermato subito dopo la consegna avvenuta dall’imprenditore e concordata con i carabinieri del Norm.

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