LAMEZIA TERME La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro – Gabriella Reillo presidente Francesca Garofalo a latere – ha comminato tre condanne e un’assoluzione nell’ambito del processo per l’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco avvenuto il primo marzo del 2002. Condannati a 30 anni di reclusione i fratelli Giuseppe e Vincenzino Fruci e a 7 anni e 4 mesi il collaboratore di giustizia Francesco Michienzi. Assolto il boss di Filadelfia Tommaso Anello. Per i fratelli Fruci e per Anello il pg Luigi Maffia aveva chiesto la pena dell’ergastolo. La Corte ha, inoltre, condannato gli imputati a risarcire le parti civili e ha disposto una provvisionale di 20mila ciascuno per i parenti della vittima e 50mila ciascuno per la moglie e le figlie di Ciriaco.
Secondo l’accusa, Ciriaco fu ucciso perché voleva acquistare una azienda edile che la cosca Anello voleva finisse ad un imprenditore già sottoposto ad estorsione. L’atroce esecuzione dell’avvocato sarebbe stata quindi opera, secondo la ricostruzione d’accusa, del clan di Filadelfia che estende la sua zona di competenza fino all’Angitola, al confine con il territorio delle cosche lametine. In primo grado gli imputati erano stati tutti assolti, compreso il collaboratore di giustizia che aveva reso dichiarazioni autoaccusatorie. Bisognerà ora attendere i canonici 90 giorni per comprendere le ragioni della sentenza. Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Claudia Conidi, Alice Massara, Antonio Tilieci, Giuseppe Spinelli, Anselmo Torchia. (ale. tru.)
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