REGGIO CALABRIA Si è spento, lo scorso 22 giugno all’età di 82 anni Gioacchino Campolo, conosciuto anche come “il re dei videopoker”. Negli scorsi era rimasto coinvolto in alcune inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, una delle quali sfociò in una condanna definitiva per estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti di alcuni suoi dipendenti.
A dare notizia della scomparsa è la figlia, Adriana Campolo, che attraverso una lettera inviata alle redazioni chiede di rispettare il dolore per la perdita del padre e annuncia eventuale denuncia in questura per accertare eventuali responsabilità derivanti da «errori nella gestione di mio padre come paziente».
Buongiorno, mi chiamo Campolo Adriana, figlia di Gioacchino Campolo.
Prima che l’evento doloroso che ha investito la mia famiglia diventi argomento di cronaca e non di dolore, comunico all’intera città, quella che lo amava e lo conosceva e quella che lo ha pugnalato, accusato e che forse non sarà così affranta per questa notizia, che giorno 22 giugno mio padre è deceduto.
Chiedo il massimo riserbo, in primis per rispetto di un essere umano e di un padre, ma anche per la circostanza che vede una figlia procedere ad una denuncia in questura per evidenti errori nella gestione di mio padre come paziente, anziché poter piangere e vivere il dolore che la perdita di un padre speciale come lui porta nel cuore.
La cronaca giudiziaria la conoscete tutti e dato che nessuno ha voluto ascoltarmi per fare uscire la verità in quel contesto, chiedo in ugual modo indifferenza rispetto ad un dolore immenso.
Mio padre è e sarà sempre un uomo e un padre esemplare ed il rispetto della morte e del dolore credo fermamente debba prescindere da qualsiasi articolo che richiami fatti che di cronaca attuale non hanno nulla. Specialmente, chiedo, che non vengano pubblicate a corredo di tale lettera, alcuna foto che nulla riguarda la notizia che state diffondendo.
Se tutto ciò verrà pubblicato, vi dico grazie per avermi ascoltato almeno una volta, anche se troppo tardi.
x
x