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Accesso a internet veloce, «Calabria tra le ultime regioni in Europa»

Il dato emerge da un documento divulgato da Slc-Cgil. «Stesse percentuali di regioni di Bulgaria e Portogallo. Pnrr opportunità da non sprecare»

Pubblicato il: 25/06/2021 – 13:42
Accesso a internet veloce, «Calabria tra le ultime regioni in Europa»

CATANZARO La Calabria è tra le ultime regioni europee per connettività ovvero la possibilità di accesso a una rete internet veloce. Lo rivela, in un documento, la Slc-Cgil che sull’argomento annuncia un webinar. «In questa emblematica classifica – spiega il sindacato dei lavoratori della conoscenza aderenti alla Cgil -sono tre regioni della Bulgaria con percentuali inferiori al 75%. Seguono la regione portoghese Alentejo (74%), la Calabria (77%), Centro in Portogallo (77%) e Yugozapaden in Bulgaria (77%)”. In relazione agli accessi internet da casa, poi, la Calabria ha il primato negativo con una quota di famiglie con accesso a internet pari al 67,3%. «Questi dati incontrovertibili mostrano una regione in pesante ritardo, e non solo dal punto di vista della digitalizzazione. Complicato – sottolinea il sindacato – investire in Calabria con questi numeri impietosi, creare occupazione, ripopolare le aree interne, creare occasioni di sviluppo, evitare la fuga dei nostri giovani. Per questo – si afferma – il Pnrr rappresenta una opportunità da non sprecare. La connettività deve diventare un diritto universale di cittadinanza. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una opportunità da non sprecare per la Calabria». L’argomento sarà al centro del confronto che Slc Cgil Calabria promuove con parlamentari e amministratori locali. L’appuntamento è per il 2 luglio, dalle ore 17, in diretta sulla pagina FB Slc Cgil Calabria e Basilicata.

«Connettività deve diventare diritto di cittadinanza»

«La connettività, l’accesso ad una connessione veloce – scrive il sindacato – deve diventare un diritto di cittadinanza. L’accesso alla rete, che sia tramite fisso quindi attraverso la banda larga o via mobile quindi attraverso le reti 4G e 5G, deve diventare patrimonio della popolazione al fine di garantire la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale, all’accesso alla pubblica amministrazione, alla didattica a distanza, allo smart working. L’accesso alla connettività veloce rappresenta una opportunità sociale, resa ancor più evidente dalla pandemia, che ha dimostrato tutti i limiti di un paese che ha affidato l’accesso alla rete veloce al mercato ed al liberismo sfrenato. Se si considera quanto siano cambiate le abitudini dei cittadini, in questi 16 mesi, dall’utilizzo dello smartworking o del telelavoro nella quotidianità lavorativa, le lezioni a distanza nella scuola, gli acquisti on line, all’accesso alla pubblica amministrazione, affiancare il concetto di diritto universale di cittadinanza alla connettività rappresenta – a parere del sindacato – una battaglia di dignità non più rinviabile. È cosi che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta anche sui temi della Innovazione, della Digitalizzazione, una opportunità che la Calabria non può permettersi di perdere».

Opportunità offerta dal Pnrr alla Calabria

Sono diversi gli sviluppi, i miglioramenti, le opportunità che la missione 1 del Pnrr offre alla Calabria, sul turismo, sulla cultura, sulle attività produttive in genere, «ma anche e soprattutto – sottolinea il sindacato – sulle opportunità occupazionali che un buon utilizzo delle risorse comunitarie possono portare a un territorio, a una comunità. L’emergenza sanitaria, le misure restrittive messe in campo per ridurre la propagazione del Virus Covid-19 ha palesato un divario digitale che mostra alcune zone del paese, alcune aree, pesantemente in ritardo o addirittura escluse dalla connettività veloce. Se in Germania, Svezia e Paesi Bassi, paesi in cui la percentuale di famiglie raggiunte dalla rete internet sono tra le più alte, superando nella maggior parte dei casi il 95% (tranne che nelle regioni della Germania dell’Est). Dall’altra – secondo i dati del sindacato – i Paesi dell’est e sud Europa, in particolare la Grecia, il Portogallo e il sud Italia in cui non viene raggiunto neanche l’80% della popolazione».

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