CROTONE Il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Domenico Sperlì, ignora la richiesta di incontro avanzata dai sindacati di categoria. Non arrivano segnali dal commissario, che ha ricevuto la richiesta di incontro più di una settimana addietro. Tutto tace e i sindacati stanno anche valutando la possibilità di intraprendere un’azione per comportamento antisindacale. L’incontro doveva servire per capire le scelte che la direzione strategica pitagorica intende realizzare per dare risposte adeguate ai numerosi problemi che molti dipendenti della sanità e l’utenza stanno vivendo sulla propria pelle. Ci sono problemi rilevanti quali la possibile chiusura della Tin, Terapia intensiva neonatale, e dell’Unità operativa di chirurgia del “San Giovanni di Dio”, che è senza il primario titolare dal mese di giugno 2020 (da quando si è dimesso Giuseppe Brisinda). Dieci consiglieri comunali di Crotone proprio oggi hanno chiesto al presidente del Consiglio la convocazione di un apposita seduta del civico consesso per discutere della Tin e di altre criticità presenti in alcuni reparti dell’ospedale pitagorico). In tutti i reparti dell’ospedale mancano medici, infermieri ed Oss. Una carenza che è aggravata con l’arrivo dell’estate e, quindi, con la richiesta delle ferie dei dipendenti. Il personale è già numericamente inferiore a quello previsto dalla pianta organica e chi, in questi mesi estivi, resta in corsia deve sobbarcarsi del lavoro dei colleghi che, legittimamente, sono andato in ferie. La carenza di personale è la mamma di tutti i problemi, ma non è l’unico che andrebbe affrontato e risolto. Ci sono contratti di primari che sono scaduti da mesi e non si parla di rinnovo; ci sono i concorsi che sono stati banditi e non vengono ancora espletati. Tutti temi che, nelle intenzioni del sindacato, meritavano un chiarimento con il commissario dell’Asp. La risposta alla richiesta dell’incontro non è arrivata e questo sta producendo malumore all’interno dei sindacati. Se ci sono problemi sono pronti ad accollarsene le responsabilità, ma non accettano il silenzio di Domenico Sperlì. Secondo i sindacati con il silenzio non potrà nemmeno essere giustificato il fatto che l’Azienda non ha avuto ancora approvato l’Atto aziendale e molte questioni dipendono da questo documento programmatico delle attività. Secondo i sindacati la responsabilità della sanità non può essere una prerogativa di coloro che sono stati indicati alla gestione dell’Azienda. Ci sono componenti importanti quali i sanitari che devono essere coinvolti e condividere le scelte. L’obiettivo finale è quello di garantire un servizio adeguato all’utenza e può essere raggiunto solo se tutte le componenti vengono coinvolte nelle scelte, compresi i sindacati. Sino ad oggi l’utenza non ha avvertito i problemi per i grandi sacrifici fatti dai sanitari.
x
x