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Battisti, la visita in carcere di Enza Bruno Bossio: «La pena non si trasformi in vendetta»

La deputata del Pd: «Sta facendo lo sciopero della fame dal 2 giugno, sta male e a malapena si regge in piedi»

Pubblicato il: 25/06/2021 – 16:20
Battisti, la visita in carcere di Enza Bruno Bossio: «La pena non si trasformi in vendetta»

CORIGLIANO ROSSANO «Stamattina insieme all’avvocato Adriano D’Amico, in rappresentanza del “Comitato di Solidarietà Internazionale a Cesare Battisti”, ci siamo recati al carcere di Rossano per far visita a Cesare Battisti. Abbiamo trovato un uomo molto provato dalla protesta dello sciopero della fame, che ha inteso mettere in atto contro il regime di isolamento a cui è costretto, nonostante le norme attualmente in vigore lo vietino espressamente». È quanto scrive in una nota Enza Bruno Bossio, deputata del Pd. «Attraverso la nostra visita in carcere, – scrive – abbiamo voluto attestare che in uno Stato di diritto non è consentito andare oltre una sentenza di condanna, ribadire la finalità rieducativa della pena sancita dall’articolo 27 della nostra Costituzione, il quale prevede espressamente che non siano consentiti trattamenti contrari al senso di umanità.
Cesare Battisti sta facendo lo sciopero della fame dal 2 giugno, sta male e a malapena si regge in piedi. Le motivazioni per cui lo fa sono molto serie: è un ergastolano e non contesta la condanna per atti che lui stesso ha riconosciuto di aver commesso, però anche agli ergastolani la legge italiana consente dei benefici, la possibilità di avere gli incontri con i familiari, di poter fare delle attività. Questo a Battisti non è consentito». «È come se ci fosse, come dice lui, un regime Battisti. Attualmente – continua la Bossio – è detenuto nell’Alta sicurezza 2, dove ci sono solo terroristi jihadisti, e per forza di cose è escluso da ogni forma di socialità. Ciò che al momento risulta un mistero sono le motivazioni per cui il Dap lo ha assegnato all’Alta sicurezza 2, considerato che queste motivazioni sono state secretate e non sono state comunicate mai nemmeno al suo avvocato. Questa è la battaglia che sta facendo e che intende portare avanti fino a quando lo Stato non gli darà una risposta». «Il mio impegno, da parlamentare, – conclude Enza Bruno Bossio – sarà rivolto a fare chiarezza in questa vicenda per l’affermazione di diritti primari costituzionalmente previsti. Intanto, credo che ci siano i presupposti e le condizioni per ottenere un trasferimento e, pertanto,mi auguro che la sua battaglia possa avere presto uno sbocco positivo».

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