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Consiglio regionale, è subito polemica sul Por “copia-incolla”. Ed è il trionfo del “fuori sacco”

Il Pd all’attacco: «Gravissimo che si riproponga lo stesso testo già ritirato». La maggioranza replica: «Non è vero». E fioccano le pratiche “last minute”

Pubblicato il: 25/06/2021 – 15:38
Consiglio regionale, è subito polemica sul Por “copia-incolla”. Ed è il trionfo del “fuori sacco”

REGGIO CALABRIA È subito polemica in apertura dei lavori in Consiglio regionale. A far discutere è il primo punto all’ordine del giorno della seduta di questo 25 giugno. la proposta di provvedimento amministrativo, su iniziativa della Giunta regionale, recante la dicitura “Presa d’atto degli indirizzi strategici regionali per il negoziato sulla programmazione delle politiche europee di sviluppo 2021-2027. Avvio del percorso di definizione del Por Calabria Fesr-Fse 2021 -2027”.
Si tratta di un punto che era già stato inserito nell’ordine del giorno del Consiglio regionale in una seduta di marzo ma poi era stato rinviato dopo che l’opposizione aveva denunciato la presenza, nel provvedimento, di un errore: la citazione di un’altra regione (la Lombardia) al posto della Calabria. Ad accendere il dibattito è il capogruppo di Forza Italia, Antonio De Caprio, che chiede l’inserimento di una serie di proposte di legge e di mozioni. Ma arrivano subito le critiche del capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua: «Mi spiace constatare ancora una volta come questa maggioranza sta cercando di svolgere il proprio ruolo con un metodo per noi sbagliato, portare in Consiglio provvedimenti non urgenti e non indifferibili». Anche Francesco Pitaro, del Misto, si scaglia contro la maggioranza di centrodestra: «Ci presentate mozioni, proposte di legge e vi disinteressate del fatto che il Consiglio è in prorogati. Manca l’educazione istituzionale, perché non abbiamo nemmeno la possibilità di visionare queste proposte. Arruzzolo faccia il presidente non del centrodestra ma di tutti». Sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Guccione, del Pd, che poi alza il tiro sul primo punto all’ordine del giorno e denuncia: «È successo un fatto gravissimo, per la seconda volta siamo chiamati ad approvare gli indirizzi strategici della programmazione comunitaria sulla base di un testo copiato dalla Lombardia, chiedo che si attivi una commissione d’inchiesta, la prima volta è tollerabile, la seconda volta no. È gravissima questa situazione. La commissione d’inchiesta serve a chiarire chi procede a queste scopiazzature e a colpire gli eventuali responsabili». Bevacqua chiede che a relazionare sulla cosa sia la Giunta con il presidente Spirlì, non presente in aula, entrando in aperta polemica con il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Graziano.
«Non stabilisci tu chi deve intervenire», dice Graziano, mentre Bevacqua afferma che «non sono ammissibili toni da cantina». Quindi interviene Giuseppe Neri, di Fratelli d’Italia, che replica a Guccione: «Non è così, oggi in Consiglio non arriva quella proposta, oggi arriva tutt’altro provvedimento. Il provvedimento recepito in seconda commissione in seconda commissione abbiamo verificato dei parallelismi con la Regione Lombardia e abbiamo convocato i dirigenti, che hanno integrato e modificai i documenti. Il refuso – spiega Neri – è stato corretto e sono state accolte le nuove indicazioni dell’Ue. Lunedì ascoltato il dirigente generale della Programmazione Nicolai in Commissione che ha esposto il piano modificato. Sul sito si trova quella vecchia delibera che per motivi di trasparenza non poteva essere cancellata, ma quando oggi approveremo il nuovo documento sarò sostitutiva da quella modificata. Oggi non approviamo la delibera precedente ma un provvedimento completamento diverso». Francesco Pitaro però insiste: «Il copia e incolla in realtà continua. A pagina 98, nel testo che ha portato la maggioranza, si parla ancora di Lombardia, e poi ricordo quello che ha scritto il professore Marino sul Corriere della Calabria, che certifica scopiazzature anche da documenti di altre regioni come la Basilicata. E poi c’è la generale inconsistenza del provvedimento con la riproposizione delle logiche clientelari dei finanziamenti a pioggia. Tutto questo è avvilente». Il presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo ricorda che nel secondo allegato a disposizione dei consiglieri regionali c’è il testo corretto. L’assessore regionale allo Sviluppo economico Fausto Orsomarso sostiene che «capita anche alla Lombardia o ad altre di copiare dalla Calabria. Queste polemiche non servono in una fase in cui abbiamo una grande emergenza. E non accetto che si parli di pratiche clientelari, che questa Giunta non sa dove stanno di casa».

Fioccano le pratiche “last minute”

La confusione regna sovrana al Consiglio regionale, con un’incredibile proliferazione del “fuori sacco” che stona con un’Assemblea chiamata ad affrontare solo provvedimenti urgenti e indifferibili. La maggioranza di centrodestra trasforma l’aula in un contenitore senza fondo di proposte presentate all’ultimo momento chiedendo l’inserimento all’ordine del giorno di una decina di leggi regionali (e di una decina di mozioni) la cui utilità, e soprattutto l’urgenza e l’indifferibilità, appare dubbia se non inesistente. Il risultato è una seduta che per oltre un’ora e mezza si incarta su come andare avanti, occupata dalle votazioni sull’inserimento di proposte di legge di proroga e modifica di testi preesistenti e dal sapore molto prelelettorale. Tuona l’opposizione di centrosinistra, in particolare il Pd, che con i consiglieri Bevacqua, Irto e Guccione lamentano l’assenza dei pareri dell’Ufficio legislativo del Consiglio regionale e la mancanza delle relazioni di copertura finanziaria dei testi proposti in extremis e la complessiva mancanza di indifferibilità e urgenza dei provvedimenti iscritti. Nel caos generale alla fine si riesce a stabilire uno straccio di scaletta dei lavori consiliari, con l’inserimento delle nuove pratiche in coda all’odg. (c.a.)

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