LAMEZIA TERME «Risolvere un problema alla volta, senza illudere nessuno di poter fare tutto e subito, innescando un processo che abbia come obiettivo non la soluzione definitiva, ma un cambiamento quotidiano». È questo uno dei punti più importanti e che caratterizza il nuovo progetto “Popolari in rete”. E a chiarirlo è stato Giuseppe De Mita, ex vicepresidente della Regione Campania e nipote di Ciriaco De Mita, tra i relatori dell’evento organizzato in un noto hotel del lametino. Presente anche Mario Mauro, già ministro della Difesa e vicepresidente del Parlamento europeo.
Un progetto ambizioso, popolare (appunto) ma non populista, e che si pone l’obiettivo di offrire nuovi spunti di riflessione, sociale e politica, in un contesto attuale confuso e ricco di contraddizioni. Come quelle che, proprio secondo De Mita, hanno segnato la storia recente del nostro paese attraverso le più importanti figure politiche a partire da Grillo, passando per Salvini e Meloni, per finire a Renzi, Zingaretti e Letta. E la Calabria è in questa fase la sintesi delle contraddizioni e della confusione della politica nazionale. «Non so se saremo presenti e in quale forma – precisa De Mita in riferimento alle prossime elezioni regionali in Calabria – ma non rinunceremo a dire che il re è nudo. Noi avremo schieramenti con contraddizioni al loro interno e il punto allora non sarà schierarsi e restare muti, sarà invece essere presenti e dire dove sono le contraddizioni».
Le regionali previste in autunno hanno già scatenato la “guerra” politica in Calabria. Sia il centrodestra che il centrosinistra hanno calato i loro assi in pochi giorni, Roberto Occhiuto e Maria Antonietta Ventura, mentre de Magistris è già in campo da mesi. Ma l’idea dei “popolari in rete” è che proprio dalla nostra regione possa partire un nuovo e fondamentale processo: «Le elezioni – ha ricordato De Mita – sono una grande opportunità ma anche un grande rischio per le campagne elettorali che sono diventate ormai un momento di bugia e non di verità». Ma la Calabria è, evidentemente, anche un terreno di sperimentazione che va anche al di là delle elezioni regionali. «Questa condizione di realtà, carica di esigenze e immobile allo stesso tempo, è la cifra del fallimento delle illusioni. Noi invece vogliamo dimostrare il cambiamento fatto sulla paziente e umile concretezza. La competenza svolta più come superamento del proprio limite che insegnamento agli altri».
Il progetto dei popolari in rete e l’incontro a Lamezia è però l’occasione per analizzare o comunque lanciare più di qualche spunto di riflessione legato alla stato della politica attuale, ancora traumatizzata dai movimenti populisti, dalla caduta del governo Conte e da una pandemia che dura ormai da oltre un anno. «Abbiamo bisogno di un esame di coscienza – sostiene ancora De Mita – perché alla fine di una parabola lunga quasi due lustri, caratterizzata da movimenti definiti populisti e che ci hanno detto che subito si sarebbero cambiate le cose e avremmo avuto un mondo perfetto. Invece, alla fine di questa parabola, ci ritroviamo nella stessa condizione di prima quindi forse il paese ha avuto o si è accontentato di un raccolto falso, un po’ moralista, autoindulgente. Occorrerebbe, invece, una parola di verità. Le soluzioni non sono a portata di mano».
E poi c’è quello che il “centro” della politica italiana, un luogo che tutti sembrano cercare ma che nessuno sembra riuscire a raggiungere. «L’iniziativa – ha precisato Mario Mauro – nasce dallo stupore perché ci siamo accorti che negli ultimi tempi erano andati al voto una infinità di liste di matrice popolare o che comunque si ispiravano ad una cultura che, sul tavolo della politica ufficiale, risulta defunto». «Oggi lo Stato si pone nei confronti dei bisogni della gente con una iniziativa di tipo assistenziale (il reddito di cittadinanza ndr) sbagliata non perché aiuta i più deboli, ma perché non fa nulla in termini di politica attiva per invogliarli ad una posizione di lavoro».
«Noi vogliamo dare ad una generazione delle opportunità concrete, non perché lo Stato faccia qualcosa per loro ma perché questi giovani tornino protagonisti della loro vita». Un discorso, quello di Mauro che, a maggior ragione in Calabria, ha un senso ancora più lampante. «Più che altrove, qui si sono consumati i mille tradimenti della politica ma dove forse è più grande il desiderio del cambiamento. Ci troviamo in una circostanza epocale: se non ci lasciamo condurre dalla nuova generazione nella logica del riscatto, continueremo a vivere di esperienze politiche in cui aver superato i tempi dei contenuti e delle ideologie, non ci ha reso migliori». «Oggi la sinistra italiana è il partito dei quartieri bene delle grandi città. La destra italiana, anche quella nata secessionista, è diventata campione del nazionalismo. Quindi il nostro obiettivo è quello di chiamare tutti in un dialogo responsabile, ad interrogarci su ciò che siamo e la verità è che noi, prima degli altri, possiamo dirlo con semplicità. Siamo popolari e non populisti, abbiamo una visione della realtà che parte non solo dai bisogni delle persone ma da ciò che le persone sono e che possono rappresentare in prospettiva per il riscatto del nostro paese». (redazione@corrierecal.it)
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