CATANZARO «Dalla mia prima denuncia non era cambiato molto, anzi. Quasi come se nessuno avesse preso sul serio la vicenda. Tutto è cambiato dopo, quando ho ritrovato la mia auto imbrattata con quegli insulti violenti rivolti a me». Una considerazione amara quella di Davide Sgro, giovane catanzarese, attivista Lgbt e vittima da qualche tempo di insulti e minacce, soprattutto via social con messaggi carichi di odio e violenza, ma che si sono concretizzati anche con l’ultimo episodio avvenuto qualche settimana fa (QUI LA NOTIZIA).
Una situazione drammatica ma che Davide ha affrontato comunque con coraggio: «Il rischio però – sottolinea – è che si perda il senso della denuncia, la voglia di raccontare quello che succede a tante persone quotidianamente discriminante solo per le proprie scelte e il proprio orientamento sessuale». Gli inquirenti, intanto, stanno proseguendo nella propria attività investigativa anche se, finora, i risultati sono stati deludenti: non ci sono immagini nitide riprese dalle telecamere e ricostruire quanto avvenuto è davvero complicato, almeno fino ad adesso.
Davide Sgro ha pertanto deciso di esporsi mediaticamente, di superare i limiti delle piattaforme e dei social e, come si dice in questi casi, di metterci la faccia per difendere ora non solo i suoi diritti ma anche delle persone più fragili, quelle vessate ogni giorno da qualunque tipo di discriminazione. Temi che inevitabilmente si incontrano e scontrano con l’attualità perché è impossibile non affrontare il dibattito legato all’approvazione del Ddl Zan, fermo da settimane in Parlamento, ma alimentato da discorsi da salotti televisivi spesso sterili e da discussioni che hanno comunque aiutato a puntare i riflettori su un tema che, prima o poi, dovrà essere affrontato seriamente e con coscienza. «Sono ovviamente favorevole al 100% a tutto quello che il ddl Zan propone, – ci racconta ancora Davide – è sacrosanto, è giusto com’è. Sono però molto dubbioso che venga approvato, soprattutto in tempi brevi. Ci spero e lotto e lotterò perché avvenga ma non solo per me o solo per gli omosessuali». «Il problema – dice Davide – è che appena se ne parla tutti incominciano a parlare di adozioni, utero in affitto, ci mettono altro in mezzo che non c’entra nulla in realtà con la proposta di legge e il rischio è che si perda il vero senso». «Quelli che lo fanno, probabilmente è perché hanno paura di non poter più esprimere i loro pensieri sbagliati, cattivi e violenti. Sono stanco di essere giudicato solo per come mi vesto o perché mi tingo di blu i capelli».
C’è molta attesa a Catanzaro (e in Calabria) per la manifestazione in programma lunedì 28 giugno, lanciata dall’hashtag #Catanzaronondiscrimina e ideata da un vasto comitato di Associazioni, rappresentanze sindacali e politiche della città di Catanzaro, in sostegno del Disegno di Legge Zan, per ottenere la sua rapida approvazione definitiva in Senato. Una iniziativa, tra l’altro, che ricade anche nel mese del pride a sostegno dei diritti della comunità Lgbtqi+. «Non mi aspettavo questa solidarietà dalla città di Catanzaro e ci tengo a sottolinearlo, dalle associazioni alle istituzioni. In passato mi sono esposto e nessuno mi aveva considerato, purtroppo a scuotere le coscienze di molti è servito l’intimidazione che ho subito». «Sono felice comunque di questo, che la città abbia risposto bene, così come Lamezia, Reggio, Cosenza, Crotone e Vibo». (redazione@corrierecal.it)
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