ROMA L’addio di Giuseppe Conte appare sempre più vicino e non sembra ricomponibile lo strappo con l’altro Giuseppe, il cofondatore del Movimento 5 Stelle, dopo il “vaffa” opposto da Grillo alla bozza di nuovo statuto. In queste ore, continua sottotraccia il lavoro di chi cerca faticosamente di riannodare la trama del dialogo, ma gli incontri che l’ex premier ha tenuto anche ieri nella sua casa di Roma – dove si sono affacciati Stefano Patuanelli, Paola Taverna ed Ettore Licheri – sembrano prefigurare quel partito di Conte di cui si vocifera da giorni. «Siamo dentro un confronto fisiologico, stiamo costruendo un nuovo soggetto politico, non è facile», spiega il capogruppo M5s al senato, Ettore Licheri. Una risposta su quello che sarà il futuro dell’ex premier potrebbe arrivare lunedì, quando è prevista una conferenza stampa di Giuseppe Conte. Nell’attesa, i pentastellati invitano a non alimentare retroscena che possano aumentare la tensione interna. E non solo.
«In questo momento così delicato, in piena emergenza sanitaria ed economica, siamo e saremo leali», assicura il deputato M5s Angelo Tofalo, intervistato da Il Mattino, invitando «tutti a dialogare per ripartire». Il rebus più difficile da risolvere è, tuttavia, quello degli effetti che l’addio di Conte al M5s e la nascita di un nuovo soggetto politico da lui guidato potrebbe avere nel campo di centrosinistra a cui Conte sta lavorando assieme a Enrico Letta e Roberto Speranza.
La campagna per le amministrative d’autunno è appena cominciata e il M5s è l’interlocutore del centrosinistra in molte città e anche in Calabria, dove Conte ha raggiunto l’accordo con Enrico Letta e Roberto Speranza sul nome di Maria Antonietta Ventura. Una scissione del M5s che effetto potrebbe avere sugli accordi siglati e su quelli a cui si sta lavorando? «Il nostro interlocutore è Giuseppe Conte», precisavano ancora qualche ora fa fonti parlamentari del dem secondo il racconto dell’agenzia Agi. Di diverso avviso Ernesto Magorno, candidato di Italia Viva alla presidenza della Regione, che sui social osserva: «Il Pd nazionale ha messo in campo, in modo scientifico, l’indebolimento del Partito democratico nella nostra regione. I nocchieri del Pd non hanno un progetto per il rilancio della Calabria. Se cade Conte cade anche la Ventura». Sul fronte interno, invece, è la corrente dem “Base riformista” a esprimere qualche perplessità: «Avevamo costruito un progetto politico attorno a un candidato giovane e preparato (si riferisce al consigliere regionale Nicola Irto, ndr) – dice la deputata Enza Bruno Bossio al Dubbio – ma Letta ha detto poi di voler fare un accordo con Conte e Speranza come a Napoli con un candidato civico possibilmente donna che poi hanno trovato. È stata una scelta verticistica, che visti i fatti di ieri (lo scontro Grillo-Conte nel M5S, ndr) mi fa ancora più arrabbiare».
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